La Valpolicella si appresta a celebrare l’inizio della vendemmia 2025, un evento cruciale che coinvolge oltre 2.400 aziende agricole, viticoltori, cantinai e imbottigliatori dislocati nei 19 comuni che compongono il cuore pulsante di questa prestigiosa denominazione veronese.
Un territorio di produzione di quasi 8.600 ettari, custode di tradizioni secolari e di un’identità vitivinicola profondamente radicata nel paesaggio.
Le prime rilevazioni del Consorzio di Tutela dipingono il quadro di un’annata con un profilo qualitativo notevolmente equilibrato.
La maturazione fenolica delle uve Corvina, Corvinone e Rondinella, varietà autoctone che definiscono il carattere unico della Valpolicella, si è sviluppata in condizioni ottimali.
Questo si traduce in un’elevata concentrazione di zuccheri, un rapporto armonico tra acidità e pH, e, soprattutto, un contenuto significativo di antociani e tannini, i precursori di colore intenso, struttura complessa e longevità nei vini rossi.
Pur con qualche pioggia nella fase conclusiva, le condizioni agronomiche generali si sono rivelate favorevoli, promettendo la realizzazione di vini di pregio, capaci di esprimere appieno le peculiarità dei diversi terroir della Valpolicella.
Il Presidente del Consorzio, Christian Marchesini, sottolinea come l’andamento climatico 2025, pur con le sue sfide, possa regalare vini che interpretano con fedeltà il territorio e che si preannunciano qualitativamente interessanti per i consumatori.
In termini di quantità, la vendemmia si attesterà intorno agli 850.000 quintali, con una diminuzione del 10% rispetto all’anno precedente.
Una quota significativa, pari a 350.000 quintali, è destinata al processo di appassimento, essenziale per la produzione di Amarone della Valpolicella e Recioto, due vini iconici di inestimabile valore.
Questa riduzione nella resa produttiva, unitamente alle strategie di gestione e promozione attuate dal Consorzio, riflette un approccio consapevole volto a preservare il posizionamento e la competitività della Valpolicella nel panorama vinario internazionale.
Si tratta di una scelta ponderata, che privilegia la qualità sulla quantità, in linea con la crescente domanda di vini autentici e di alta gamma.
Il rituale dell’appassimento, un elemento distintivo della Valpolicella, rimane fedelmente ancorato alla tradizione manuale, richiedendo circa 120.000 giornate di lavoro.
Il resto della vendemmia, che alimenta la produzione degli altri vini della denominazione, fa ricorso anche a tecniche meccanizzate, portando il totale a quasi 170.000 giornate lavorative.
Il Consorzio gestisce una superficie vitata di 8.600 ettari, generando una produzione di circa 59 milioni di bottiglie nel 2024, per un fatturato di 600 milioni di euro, di cui oltre la metà derivante dalle performance commerciali dell’Amarone, testimonianza della sua rilevanza economica e della sua immagine vincolata al territorio.
L’impegno del Consorzio è rivolto a garantire che ogni bottiglia porti con sé non solo il frutto del lavoro, ma anche l’anima e la storia di questa terra unica.