L’Ulss 2 Marca Trevigiana sta affrontando un’emergenza silenziosa, ma dalle conseguenze sempre più drammatiche: l’escalation delle aggressioni al personale sanitario.
I dati del 2023, con un incremento significativo rispetto al 2022 (700 segnalazioni, 40 con conseguenti infortuni), rivelano una preoccupante erosione della sicurezza e della dignità di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e di tutti coloro che quotidianamente si dedicano alla cura della comunità.
Le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursing Up e Nursind, in allarme, sottolineano come questi episodi non siano più eventi isolati, ma una realtà strutturale che mina le fondamenta del sistema sanitario locale.
La crescente aggressività non si limita a episodi verbali; si manifesta con atti fisici che, oltre a causare lesioni, generano traumi psicologici profondi e un clima di paura che incide negativamente sul benessere del personale e, di riflesso, sulla qualità dell’assistenza erogata.
I reparti di pronto soccorso, emergenza e psichiatria emergono come aree particolarmente vulnerabili, dove la combinazione di attese prolungate, frustrazione latente, condizioni di stress acuto e spesso, la presenza di pazienti con problematiche complesse, possono deflagrare in comportamenti violenti.
L’apparente tolleranza, o, peggio, la sottovalutazione di questi eventi, costituisce un elemento critico.
Considerare tali aggressioni come semplici “incidenti di percorso” non solo banalizza la gravità della situazione, ma incoraggia implicitamente ulteriori atti di violenza.
Le sigle sindacali denunciano una mancanza di risposta adeguata e chiedono con forza all’Ulss 2 e alla Regione Veneto di assumere iniziative concrete e decisive.
Le richieste si articolano su più livelli: rafforzamento della sicurezza fisica attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza e l’attivazione di protocolli di intervento rapido delle forze dell’ordine, eventualmente con presidi permanenti; potenziamento della formazione del personale sanitario, non solo in termini di competenze cliniche, ma anche e soprattutto per la gestione delle situazioni di tensione e conflitto, sviluppando capacità di comunicazione efficace e tecniche di de-escalation; istituzione di un sistema di tutela legale per il personale colpito, garantendo supporto e protezione in caso di azioni legali.
Oltre alle misure immediate, è fondamentale una revisione profonda dei processi organizzativi e della cultura del sistema sanitario, promuovendo il rispetto del personale sanitario e sensibilizzando la popolazione sull’importanza di un comportamento corretto e civile all’interno delle strutture sanitarie.
È imperativo investire nella prevenzione, affrontando le cause profonde della frustrazione e dell’aggressività, migliorando l’efficienza dei servizi e garantendo un accesso equo alle cure.
La salvaguardia di chi si dedica alla cura della salute dei cittadini non è solo un imperativo etico, ma una condizione imprescindibile per il mantenimento della sostenibilità e dell’efficacia del sistema sanitario stesso.
È necessaria un’inversione di rotta radicale, per restituire dignità e sicurezza a chi quotidianamente si impegna a salvare vite e a garantire assistenza a tutti, senza alcuna discriminazione.