A maggio, Ancona ha registrato un quadro deflazionistico significativo, con una diminuzione dello 0,1% dell’Indice dei Prezzi al Consumo per l’intera collettività. Questo dato riflette un raffreddamento dell’inflazione, come evidenziato anche dalla contrazione del tasso tendenziale annuo, passato da un più 1,6% a un più 1,5%. L’andamento, apparentemente semplice, cela dinamiche economiche complesse che meritano un’analisi più approfondita.La decrescita dell’indice complessivo è principalmente imputabile alla flessione dei costi legati a Trasporti (-1,5%), Comunicazioni (-0,7%) e, in modo particolarmente rilevante, ad Abitazione, Acqua, Energia e Combustibili (-0,6%). All’interno di quest’ultimo comparto, la diminuzione dei prezzi dell’energia elettrica (-1,1%) e del gas (-2,2%) ha esercitato un impatto considerevole, segnalando potenzialmente un calo della domanda o una stabilizzazione dei prezzi all’ingrosso. Questo andamento può essere interpretato come una risposta alle politiche di incentivazione dell’efficientamento energetico e alla volatilità dei mercati internazionali delle materie prime.Tuttavia, l’immagine deflazionistica viene parzialmente stemperata da alcuni settori che, al contrario, hanno mostrato una tendenza all’aumento dei prezzi. In particolare, Prodotti alimentari e bevande, tabacchi (+0,8%), Servizi Ricettivi e di Ristorazione (+0,9%), Mobili, articoli e servizi per la Casa (+0,3%), Abbigliamento e Calzature (+0,2%), e Bevande alcoliche e Tabacchi (+0,2%) hanno contribuito a mitigare la diminuzione generale. Questo può riflettere un aumento della domanda in questi specifici comparti o un passaggio di spesa da beni più essenziali a servizi e prodotti non primari.Analizzando nel dettaglio il paniere alimentare, si osserva un aumento dei prezzi di prodotti ittici (+1,5%) e di caffè, tè e cacao (+2,7%), probabilmente legati a fattori di stagionalità e a variazioni dei costi di produzione. In controtendenza, i prezzi di latte, formaggi, uova (-0,4%), zucchero e derivati (-0,6%) mostrano una certa flessione, forse dovuta a una maggiore offerta o a dinamiche di mercato più competitive. L’aumento dei costi dei vini (+1,3%) e degli alcolici (0,5%) suggerisce una maggiore domanda di prodotti di nicchia o una politica di prezzo più aggressiva da parte dei produttori. Anche l’aumento degli affitti reali per l’abitazione principale (+0,4%) indica una persistente pressione sui costi abitativi, nonostante le misure governative volte a contenerli.Un elemento degno di nota è la significativa diminuzione dei prezzi di carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (-2,5%), trasporti aerei passeggeri (-14,3%) e trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (-3,7%). Questa flessione può essere attribuita a fattori internazionali, come la stabilizzazione dei prezzi del petrolio o a una minore domanda dovuta alla riduzione dei viaggi. L’aumento del costo del trasporto passeggeri su rotaia (+0,6%) costituisce invece un’anomalia, potenzialmente legata a tariffe agevolate o a un aumento dei costi operativi.In sintesi, il dato di maggio ad Ancona evidenzia un quadro complesso, caratterizzato da una deflazione generale mitigata da specifici aumenti di prezzo in alcuni settori. L’analisi approfondita di questi andamenti è fondamentale per comprendere le dinamiche economiche sottostanti e per formulare politiche mirate a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e a promuovere la crescita sostenibile.
Deflazione a Ancona: prezzi giù, ma non ovunque.
Pubblicato il
