La prospettiva di Tokyo 2024 si configura come un enigma complesso per Gimbo Tamberi, un crocevia di speranze, incertezze e un percorso di riabilitazione ancora in divenire.
La recente prova al meeting Diamond League di Chorzow, con un undicesimo posto che non riflette appieno il suo potenziale, ha amplificato le sue riflessioni.
La preparazione per un evento di tale portata, come i Campionati Mondiali, richiede un impegno costante e un’attenzione maniacale ai dettagli, fin dalle prime fasi della stagione.
Nel suo caso, il percorso è stato interrotto da un infortunio al ginocchio, la cui riabilitazione ha assorbito risorse preziose, sia fisiche che temporali.
Questo ha inevitabilmente creato un divario tra il suo livello attuale e quello che sarebbe stato possibile raggiungere con una preparazione più completa e precoce.
La sua sincerità è palpabile quando ammette di percepire un divario nella tecnica, un sintomo diretto della preparazione frammentata.
Anche dedizione e sforzo supplementari non garantirebbero necessariamente il recupero di terreno sufficiente per competere al meglio.
Forzare il corpo e la mente in un contesto così competitivo potrebbe rivelarsi controproducente, rischiando di compromettere la sua integrità fisica e la sua stessa carriera.
La decisione di partecipare o meno ai Mondiali non sarà affrettata.
Tamberi non si affidera’ a un singolo evento, una singola prova, come unico indicatore del suo stato di forma.
Si tratta di una valutazione olistica, che tiene conto non solo dei risultati ottenuti, ma anche della sensazione fisica, della progressione tecnica e del feedback del suo team.
L’importanza della collaborazione è evidente: la scelta non sarà solitaria, ma frutto di una discussione approfondita con i suoi allenatori e i suoi fisioterapisti, persone che conoscono a fondo le sue condizioni e le sue aspirazioni.
Questa situazione rappresenta una sfida emotiva e professionale per un atleta di sua caratura.
Non si tratta solo di competere per la medaglia, ma di preservare la sua salute, onorare la sua passione e garantire un futuro di successi, sia immediati che a lungo termine.
La sua onestà e la sua consapevolezza di sé lo rendono un esempio di sportività e di coraggio, dimostrando che la forza non risiede solo nella performance atletica, ma anche nella capacità di prendere decisioni ponderate, mettendo al primo posto il benessere e la sostenibilità della propria carriera.