Le recenti emergenze idrogeologiche che hanno investito la Valle d’Aosta, in particolare quelle del giugno 2024 e dell’aprile 2025, hanno lasciato un’eredità di devastazione quantificabile in oltre 175 milioni di euro di danni, un fardello economico che incide profondamente sul tessuto socio-economico regionale. L’analisi dettagliata rivela un quadro complesso, dove la resilienza e la capacità di risposta della comunità valdostana si confrontano con l’urgenza di interventi strutturali e finanziari di ampio respiro.Nel 2024, la calamità ha generato danni stimati in circa 160 milioni di euro. L’immediata risposta dello Stato, attraverso stanziamenti diretti di circa 57 milioni, ha rappresentato un primo sostegno cruciale. A questa cifra si sono aggiunti 11 milioni di risorse ministeriali dedicate al turismo, un settore vitale per l’economia regionale, e un contributo europeo di quasi 4 milioni, ottenuto attraverso complessi iter procedimentali che testimoniano la necessità di una governance strutturata e coordinata in situazioni di emergenza. Il restante fabbisogno, destinato a coprire una vasta gamma di interventi – dal ripristino delle infrastrutture alla ricostruzione di abitazioni e attività produttive – è attualmente in fase di copertura attraverso il bilancio regionale, un processo che richiede una gestione oculata e trasparente delle risorse.L’evento di aprile 2025 ha ulteriormente aggravato la situazione, con danni preliminari stimati in circa 16 milioni di euro. In questo caso, una legge specifica ha consentito l’anticipazione di circa la metà di questa somma ai Comuni, con una particolare attenzione ai centri minori, spesso privi delle risorse finanziarie per affrontare autonomamente una crisi di tale portata. Sono inoltre previsti ulteriori interventi, compresi tra i 12 e i 13 milioni di euro, mirati a un rafforzamento della prevenzione, volto a mitigare il rischio idrogeologico, e a un recupero integrale delle aree colpite.Un elemento cruciale emerso durante l’incontro tra il Presidente della Regione, Renzo Testolin, e il Capo della Protezione Civile Nazionale, Fabio Ciciliano, è la necessità di mantenere attivo lo stato di emergenza relativo all’alluvione del giugno 2024, anche oltre la scadenza prevista per luglio 2025. Questa decisione, motivata dalla volontà di semplificare le procedure di ripristino e agevolare gli interventi di ricostruzione, testimonia la complessità e la persistenza delle conseguenze di tali eventi estremi.Parallelamente, si attende l’approvazione di un nuovo stato di emergenza per le intense piogge e la nevicata del 16-17 aprile 2025, un processo già in fase avanzata di istruttoria. La prontezza e l’efficienza dell’organizzazione della Protezione Civile valdostana, riconosciute da Fabio Ciciliano, rappresentano un modello di eccellenza e un esempio di proficua collaborazione istituzionale a livello nazionale, fondamentali per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dai crescenti rischi idrogeologici. Il futuro della Valle d’Aosta, in questo contesto, dipende dalla capacità di integrare interventi di emergenza con strategie di prevenzione e di adattamento a lungo termine, garantendo la sicurezza e la prosperità della comunità.
Valle d’Aosta: Alluvioni, 175 milioni di danni e futuro incerto
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