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Esportazioni Trentino in calo: un’anomalia preoccupante.

L’export trentino, in un contesto economico nazionale e nord-est italiano in robusta espansione, si presenta come un’anomalia preoccupante.

I dati Istat, analizzati dall’Ufficio Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Trento, rivelano un decremento del 3,3% nel terzo trimestre del 2025, portando il valore complessivo delle esportazioni provinciali a 1,2 miliardi di euro.
Questa performance contrasta nettamente con il dinamismo registrato a livello nazionale (+6,6%) e regionale (+5,4%), suggerendo fragilità strutturali e un impatto particolarmente gravoso di fattori esterni.

La contrazione non è generalizzata, ma interessa prevalentemente il settore manifatturiero, che detiene la quasi totalità (oltre il 95%) delle esportazioni trentine.
Le filiere più colpite sono quelle tessile e dell’abbigliamento, con una perdita significativa del 26,1%, e quella farmaceutica, penalizzata dal -16,8%.

L’unica voce che mostra una resilienza positiva è quella degli articoli in gomma e materie plastiche (+6,8%), un segnale isolato che non compensa l’andamento negativo complessivo.

Nonostante ciò, i pilastri dell’export trentino rimangono i macchinari e apparecchi (23,6%), i prodotti alimentari, bevande e tabacco (19,1%) e i mezzi di trasporto (11,2%), settori che, pur mantenendo una quota rilevante, mostrano segnali di rallentamento.
L’Unione Europea continua a rappresentare il principale bacino di approvvigionamento, assorbendo oltre il 65% delle esportazioni provinciali.

Tuttavia, il crollo delle vendite verso gli Stati Uniti (-16,9%) desta particolare allarme, evidenziando la vulnerabilità dell’economia trentina alle politiche commerciali internazionali e alla sensibilità dei mercati americani.

La Germania, tradizionale partner commerciale di primaria importanza, mantiene la sua posizione di primo mercato con un valore di 188 milioni di euro, sebbene con una crescita marginale e instabile (-0,9%).
Si segnala, in maniera positiva, un incremento nelle esportazioni verso Regno Unito (+6,4%) e Francia (+6,3%), risultati che tuttavia non mitigano la tendenza al ribasso generale.
Andrea De Zordo, presidente della Camera di Commercio di Trento, ha sottolineato come questo risultato negativo rifletta le difficoltà intrinseche dell’economia provinciale a reagire a un contesto globale complesso, pesantemente condizionato dall’impatto dei dazi imposti dagli USA e dalla debolezza strutturale del mercato tedesco.
De Zordo ha insistito sulla necessità urgente di implementare strategie mirate per rilanciare la competitività e stimolare la crescita internazionale, promuovendo l’innovazione, la diversificazione dei mercati e l’adozione di pratiche commerciali sostenibili.

Parallelamente al calo delle esportazioni, le importazioni trentine registrano un andamento positivo (+3,9%), raggiungendo i 795 milioni di euro nel trimestre in esame.

Questa discrepanza tra esportazioni e importazioni suggerisce una crescente dipendenza dall’estero per beni e servizi, alimentando preoccupazioni riguardo alla bilancia commerciale e alla sostenibilità a lungo termine dell’economia provinciale.

L’analisi dei flussi commerciali richiede quindi un’attenta valutazione delle cause profonde di questa tendenza e l’implementazione di politiche volte a promuovere un commercio più equilibrato e favorevole alla crescita del tessuto produttivo locale.

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