Il Piemonte, come l’intera nazione, si ferma in un momento di raccoglimento e riflessione, dedicando la sua attenzione a coloro che hanno perso la vita o subito gravi menomazioni nell’esercizio del proprio lavoro.
La 75ª Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, celebrata al Polo del Novecento di Torino, non è semplicemente una commemorazione, ma un’occasione cruciale per interrogare la nostra coscienza collettiva e il tessuto socio-economico che ci caratterizza.
La ricorrenza, presieduta dal Presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, ci impone un esame di responsabilità condivisa.
Il Piemonte, regione forgiata da secoli di attività manifatturiera, agricola e artigianale, possiede una profonda consapevolezza del valore intrinseco del lavoro.
Tuttavia, questa consapevolezza si accompagna, con amaro contrasto, alla dolorosa constatazione delle conseguenze tragiche derivanti da ambienti di lavoro inadeguati o pericolosi.
Ogni incidente, ogni malattia professionale, rappresenta una storia personale frantumata, un lutto indelebile per le famiglie e una ferita aperta per l’intera comunità.
I dati statistici, purtroppo, dipingono un quadro tutt’altro che rassicurante: il numero di infortuni sul lavoro in Piemonte rimane eccessivamente alto.
Pur riconoscendo gli sforzi compiuti in termini di prevenzione e sicurezza, è imperativo intensificare l’impegno a livello istituzionale, aziendale, sindacale e individuale.
La mera adozione di normative e protocolli non è sufficiente; è necessaria una trasformazione culturale profonda, un cambio di paradigma che ponga la dignità e la sicurezza del lavoratore al centro di ogni decisione.
Questa trasformazione passa innanzitutto attraverso una rinnovata sensibilità verso il valore della vita umana, superando logiche puramente economiche e produttivistiche.
Un ambiente di lavoro sicuro non è un costo aggiuntivo, ma un investimento imprescindibile per la salute e il benessere della forza lavoro, e di conseguenza per la prosperità del territorio.
La Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro non deve esaurirsi in un mero rituale commemorativo.
Deve stimolare un’azione concreta e mirata: rafforzare i controlli, promuovere la formazione, incentivare l’innovazione tecnologica e, soprattutto, incoraggiare la segnalazione di rischi e pericoli senza timore di ritorsioni.
Ogni cantiere, ogni fabbrica, ogni ufficio, ogni campo deve diventare un santuario della sicurezza, dove la vita del lavoratore sia sacra e inviolabile.
Solo così potremo onorare la memoria di chi ci ha lasciato e costruire un futuro più giusto e sicuro per tutti.
La responsabilità è di tutti noi, perché la prevenzione è la miglior forma di ricordo.