sabato, 21 Giugno 2025
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Olha, da Ucraina a Manfredonia: resilienza, studio e speranza.

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Olha, ventotto anni, incarna una resilienza profonda, forgiata nel crogiolo di una guerra che ha sconvolto la sua esistenza. Fuggita dall’Ucraina nel 2024, a seguito del conflitto con la Russia, ha trovato rifugio in Italia, precisamente a Manfredonia, dove è stata accolta dal programma Sai, un sistema di accoglienza e integrazione promosso dal comune e gestito dalle cooperative Medtraining e Kaleidos. La sua storia è un esempio toccante di come la catastrofe possa coesistere con la speranza e la determinazione a ricostruire un futuro.Il percorso di Olha è caratterizzato da una straordinaria capacità di adattamento e un impegno costante verso l’istruzione. Nonostante le avversità, ha proseguito i suoi studi in Psicologia, culminati a maggio con la laurea, frutto di una tesi originale che analizzava le dinamiche di genere nella comunicazione online dei giovani. Il tema scelto rivela un interesse precoce per le complessità delle relazioni umane e la loro espressione nel contesto digitale, un’area cruciale per comprendere le sfide della società contemporanea.Oggi, Olha aspira a consolidare la sua formazione con un corso di laurea magistrale in Psicologia umanistica all’Università di Foggia. Questa scelta non è casuale: la Psicologia umanistica, con la sua enfasi sulla crescita personale, l’autodeterminazione e l’importanza del contesto relazionale, risuona profondamente con le sue esperienze e le sue aspirazioni. L’approccio umanistico, infatti, pone al centro l’individuo, la sua soggettività e il suo potenziale, offrendo uno sguardo attento alla resilienza e alla capacità di superare i traumi.La sua integrazione nella comunità di Manfredonia è un elemento cruciale della sua storia. Ospitata insieme ad altre famiglie ucraine in un alloggio fornito dal comune, Olha ha sperimentato un’accoglienza calorosa e un sostegno concreto che hanno contribuito a lenire le ferite del passato. La capacità di stringere legami affettivi e di sentirsi parte di una comunità è fondamentale per il processo di guarigione e ricostruzione.Gli operatori del progetto Sai sottolineano la sua eccezionale forza d’animo e la sua dedizione allo studio, mantenendo i contatti a distanza per non interrompere il suo percorso formativo. La lingua italiana, pur rappresentando ancora una sfida comunicativa, non impedisce a Olha di esprimere le sue emozioni, spesso con l’aiuto della sua insegnante, Giovanna Rignanese, che ne coglie le sfumature e ne facilita l’espressione.Il suo struggimento per la famiglia, la sorella e gli amici rimasti in Ucraina, con la dolorosa consapevolezza di averli persi a causa della guerra, è un monito costante sulla tragicità del conflitto. Nonostante questo, Olha esprime una profonda gratitudine per l’accoglienza ricevuta in Italia e per la bellezza del territorio. Il mare, il calore umano e la generosità della comunità le offrono un senso di appartenenza e la speranza di un futuro migliore. Il ritorno in Ucraina rimane un desiderio nel suo cuore, un sogno che si realizzerà quando avrà completato il suo percorso di studi e avrà realizzato il suo obiettivo professionale, contribuendo con le sue competenze a ricostruire il suo paese e a promuovere il benessere psicologico della sua comunità. Il suo caso è un potente simbolo di speranza e di resilienza, un inno alla dignità umana e alla capacità di reinventarsi, anche nelle circostanze più avverse.

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