BOLOGNA, 20 giugno – La vicenda che ha scosso la tranquilla periferia di Bologna, con l’omicidio di Giuseppe Marra, 59 anni, nella sua abitazione in via Zanolini, si arricchisce di un nuovo, significativo capitolo. Il Tribunale della Libertà, presieduto dal giudice Elena Comini, ha confermato la custodia cautelare in carcere per Lorenza Scarpante, la moglie dell’uomo, 56enne indagata con l’ipotesi di omicidio volontario. La decisione, emessa a seguito dell’udienza del 18 giugno, respinge il ricorso presentato dalla difesa, affidata all’avvocata Chiara Rizzo, segnando un momento cruciale nel percorso giudiziario.La vicenda, le cui dinamiche sono ancora oggetto di ricostruzione da parte degli inquirenti, ha portato alla luce una complessa rete di relazioni personali ed economiche, sollevando interrogativi sulla natura del rapporto tra i due coniugi. Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica, guidata dall’aggiunto Daniele Moretti e dal sostituto Francesca Piraino, hanno inizialmente portato all’arresto di Lorenza Scarpante, trovata sul posto con evidenti segni di lesioni, che inizialmente aveva dichiarato di essere stata aggredita dal marito. Tuttavia, l’evoluzione delle indagini, supportata da riscontri peritali e testimonianze, ha portato a modificare l’ipotesi investigativa, puntando sull’omicidio volontario.La decisione del Tribunale della Libertà, pur non costituendo una sentenza di colpevolezza, sottolinea la gravità degli indizi a carico della Scarpante e la necessità di mantenere la misura cautelare per assicurare la corretta conduzione delle indagini e prevenire potenziali rischi per la comunità. L’avvocata Rizzo, nel ricorso presentato, aveva sostenuto l’incongruenza dei presunti elementi a carico della sua assistita, invocando una valutazione più attenta delle sue condizioni psicologiche e una ricostruzione più accurata degli eventi che hanno portato alla morte di Marra.La conferma della custodia cautelare segnala, inoltre, una certa difficoltà da parte del Tribunale a condividere l’interpretazione della difesa e a considerare la possibilità di una liberazione in attesa di giudizio. Le prossime fasi del processo vedranno la prosecuzione delle indagini, l’acquisizione di ulteriori prove e l’eventuale interrogatorio formale dell’indagata, prima che il caso possa essere portato di fronte al giudice per la valutazione definitiva di responsabilità e pene. La vicenda, che ha profondamente turbato la comunità locale, continua a sollevare interrogativi sulla fragilità dei legami familiari e sulla complessità delle dinamiche relazionali, richiedendo un’attenta analisi delle cause profonde che hanno portato a questo tragico epilogo.
Bologna, confermata custodia cautelare per la moglie dell’uomo ucciso
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