Nel panorama demografico dell’Emilia-Romagna, l’evoluzione della presenza straniera si configura come un elemento strutturale e significativo, delineando un quadro complesso e dinamico.
I dati aggiornati al 1° gennaio 2025, elaborati nell’ambito del Dossier Statistico sull’Immigrazione, evidenziano un’incidenza di residenti stranieri pari al 12,9% della popolazione regionale, un dato che proietta l’Emilia-Romagna in una posizione di leadership a livello nazionale, superando ampiamente la media nazionale attestata poco al di sopra del 9%.
Questa percentuale, che tradotto significa più di un cittadino su otto, testimonia un’accoglienza e una densità di comunità straniere che caratterizzano in modo peculiare il tessuto sociale ed economico della regione.
L’analisi approfondita condotta dal team di ricerca, con il contributo di esperti come il professor Valerio Vanelli dell’Università di Bologna, rivela una distribuzione geografica disomogenea all’interno della regione.
Sebbene l’incidenza complessiva sia elevata, si riscontrano differenze marcate tra le diverse province e comuni.
I centri urbani, in particolare i capoluoghi di provincia, attraggono una concentrazione maggiore di residenti stranieri, riflettendo opportunità lavorative, servizi e una maggiore integrazione sociale.
Il Comune di Bologna si distingue con una percentuale di residenti stranieri pari al 15,7%, mentre Piacenza e Parma seguono a ruota con valori superiori al 15%.
Al contrario, province come Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini presentano incidenze inferiori alla media regionale, indicando una diversa dinamica demografica e una potenziale necessità di politiche mirate all’integrazione.
L’eterogeneità della popolazione straniera residente in Emilia-Romagna è un tratto distintivo, con radici che affondano in oltre 160 Paesi differenti.
La provenienza geografica rivela un mosaico di culture e storie individuali.
I cittadini provenienti dall’Unione Europea, in particolare la Romania, costituiscono una componente significativa, rappresentando il 22% del totale.
L’insieme dei cittadini europei, unendo membri dell’Unione Europea e non, eleva la percentuale a quasi la metà della popolazione straniera residente.
A seguire, i cittadini provenienti dal Nord Africa rappresentano un’importante fetta, pari al 27%, sottolineando i legami storici e le opportunità di lavoro che attraggono migranti da queste aree.
Un dato particolarmente rilevante è la crescita esponenziale proveniente dal Sud-Est asiatico, che raggiunge il 21% del totale, segnalando un cambiamento nelle rotte migratorie e nuove dinamiche di integrazione.
L’analisi di queste provenienze, lungi dall’essere un mero esercizio statistico, offre spunti fondamentali per la progettazione di politiche di accoglienza, integrazione e sviluppo territoriale, capaci di valorizzare le competenze e le potenzialità di ogni comunità, contribuendo a costruire una società più inclusiva e prospera.







