L’ordinario, quella sensazione di familiarità che proviamo di fronte a un’automobile, a un ambiente climatizzato, alla sicurezza offerta da uno specchietto retrovisore, cela spesso un’incredibile catena di innovazioni, il cui percorso è costellato da figure femminili che la storia ufficiale ha, per troppo tempo, ignorato.
Dietro questi progressi apparentemente banali si celano menti brillanti, intuizioni geniali e perseveranza straordinaria, spesso soffocate da pregiudizi e ostacoli culturali.
È a questa omissione, a questa cancellazione sistematica dal racconto collettivo, che intende porre rimedio Cathy La Torre con “Tutte le volte che le donne”: un’indagine teatrale che trascende la semplice narrazione storica per diventare un atto di giustizia.
Lo spettacolo, in tournée in diversi teatri italiani, non è solo un omaggio a queste pioniere dimenticate, ma anche una riflessione amara sulla disparità tra il riconoscimento riservato agli oggetti inanimati – con un numero sorprendentemente superiore di vie dedicate a elementi come la patata o la padella – e la negazione di merito alle donne che hanno plasmato il nostro mondo.
La Torre, avvocata e influencer milanese-bolognese, co-fondatrice di WildSide Legal, presenta un’opera che combina ricerca storica approfondita e un linguaggio teatrale accessibile, capace di suscitare risate e profonde riflessioni.
Lo spettacolo, frutto della collaborazione con Sarah Buono e Gabriele Scotti, svela le storie di donne che, con la loro ingegnosità e il loro coraggio, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo tecnologico, scientifico e sociale, spesso senza ricevere il plauso e il riconoscimento che meritavano.
“Tutte le volte che le donne” non è un elenco di nomi, ma un viaggio emozionante attraverso secoli di scoperte, un’esplorazione delle sfide affrontate da queste figure straordinarie e una denuncia delle dinamiche di potere che hanno contribuito a relegarle ai margini della storia.
È un invito a riscrivere il canone storico, a recuperare le voci silenziate e a celebrare il contributo inestimabile delle donne al progresso dell’umanità.
Il debutto è previsto il 6 dicembre ad Alessandria, al Teatro Alessandrino, sotto la regia di Bruno Fornasari, con una programmazione che toccherà importanti città italiane: Pordenone (Teatro Concordia, 13 dicembre), Belluno (Teatro Dino Buzzati, 14 dicembre), Modena (Teatro Storchi, 9 gennaio 2026), Pescara (Teatro Massimo, 10 gennaio), Livorno (Teatro Goldoni, 16 gennaio), Avezzano (Teatro dei Marsi, 21 gennaio), Aprilia (Teatro Europa, 22 gennaio).
Un percorso che mira a sensibilizzare il pubblico e a promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo delle donne nella costruzione del nostro presente.






