domenica 17 Agosto 2025
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Bologna, 43 anni dopo: il peso della memoria e l’impegno dello Stato

Il peso di una memoria scolpita nel tempo, un fardello che lo Stato e l’intera nazione si appropinano con profondo senso di responsabilità, ha segnato la cerimonia commemorativa della strage del 2 agosto 1980 a Bologna.
La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha aperto i lavori con parole che risuonano come un atto di contrizione e un impegno solenne.
La definizione di “eversione neofascista” attribuita dai magistrati, a cui si fa riferimento con gratitudine per la sentenza definitiva, incapsula la natura abominevole di un atto che ha lacerato il tessuto sociale italiano, una ferita ancora aperta nel cuore di una comunità.
La strage, definita “oscena” e “orrenda”, non è solo un capitolo oscuro della storia, ma un monito costante contro le derive estremiste e la violenza politica.

La ministra ha espresso la volontà di adempiere a un dovere morale e giuridico: garantire un risarcimento equo e adeguato ai familiari delle vittime, un gesto simbolico, seppur insufficiente, per alleviare il loro dolore e riconoscere la gravità della perdita subita.
Si tratta di un atto di vicinanza concreto, un impegno tangibile a onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita, affinché la loro sofferenza non sia vana.

Un momento particolarmente significativo è stato dedicato all’intervento di Paolo Bolognesi, figura portante nella rappresentanza delle vittime e dei loro cari.

La ministra ha manifestato rispetto per la sua prospettiva, pur divergendo in alcune interpretazioni, sottolineando l’importanza di ascoltare e comprendere le diverse voci che emergono da un evento traumatico di tale portata.

La sua testimonianza, per sua stessa ammissione, si è rivelata complessa e articolata, un tentativo di dare voce a un dolore profondo e a una ricerca di verità ancora in corso.

La ministra ha poi annunciato un impegno per una collaborazione trasparente e costruttiva, estendendo la mano a tutti gli attori coinvolti, dai familiari delle vittime ai rappresentanti delle istituzioni.
Questo impegno non si limita all’adempimento formale degli obblighi legali, ma mira a promuovere una cultura della verità e della memoria, in cui ogni documento, ogni testimonianza, ogni elemento di prova sia accessibile e analizzabile in piena libertà.
L’obiettivo è ricostruire con rigore scientifico e imparzialità la dinamica degli eventi, identificando le responsabilità e prevenendo il ripetersi di simili tragedie.

La memoria non è solo ricordo del passato, ma strumento di consapevolezza e garanzia di un futuro più giusto e pacifico.

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