L’Italia si trova sull’orlo di un declino manifatturiero che, se non arginato, rischia di erodere il tessuto economico e sociale del Paese. Questa deriva, lungi dall’essere un mero fenomeno contingente, è il risultato di una combinazione di fattori strutturali e di una carenza cronica di visione strategica da parte della politica. L’incremento vertiginoso dei costi energetici, che penalizzano in modo significativo le imprese italiane rispetto ai competitor internazionali, si somma a un livello di investimento pubblico insufficiente a supportare la competitività e l’innovazione del sistema produttivo nazionale.La preoccupazione espressa dal responsabile delle politiche industriali del Partito Democratico, Andrea Orlando, durante i suoi incontri in Sardegna, riflette una realtà che non può essere ignorata: la perdita progressiva della capacità produttiva nazionale, un patrimonio di competenze, know-how e posti di lavoro che non possiamo permetterci di sacrificare sull’altare di scelte politiche miope.La Sardegna, con la sua vocazione turistica e terziaria, incarna in modo particolarmente evidente questa problematica. Sebbene il settore dei servizi e del turismo siano elementi cruciali per l’economia sarda, la loro sostenibilità a lungo termine dipende inequivocabilmente dalla vitalità di un comparto industriale solido e diversificato. Un’economia dipendente unicamente dai servizi e dal turismo è intrinsecamente fragile, esposta alle fluttuazioni del mercato globale e vulnerabile a crisi settoriali.La questione non riguarda solo la Sardegna, ma l’intero Paese. È imperativo che tutte le forze politiche mettano al centro del dibattito pubblico e delle loro proposte concrete la salvaguardia e la rivitalizzazione dell’industria italiana. Questo richiede un cambio di paradigma, un approccio che vada oltre le soluzioni emergenziali e che si concentri su investimenti strategici a lungo termine.Occorre ripensare il modello energetico nazionale, incentivando le fonti rinnovabili, promuovendo l’efficienza energetica e riducendo la dipendenza dalle importazioni. È fondamentale semplificare la burocrazia, alleggerire il carico fiscale sulle imprese e favorire l’accesso al credito, soprattutto per le piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale del sistema produttivo italiano.Inoltre, è cruciale investire nella formazione professionale, nello sviluppo di competenze digitali e nella ricerca e innovazione, per garantire che le imprese italiane possano competere con successo nell’economia globale del futuro. Non si tratta solo di preservare il passato, ma di costruire un futuro in cui l’Italia possa tornare ad essere un leader mondiale nella manifattura di alta qualità e nell’innovazione tecnologica, un futuro in cui la Sardegna e le altre regioni italiane possano prosperare grazie a un’economia diversificata e resiliente. La sfida è complessa, ma la posta in gioco è troppo alta per fallire.
Declino Manifatturiero: L’Italia a Rischio, Urge un Cambiamento
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