La centrale idroelettrica di Fiume Santo, gestita da Ep Produzione, incarna un elemento cruciale per la resilienza energetica del nord Sardegna e, per estensione, dell’intero arcipelago.
La sua importanza trascende la mera produzione di energia; essa rappresenta un pilastro attorno al quale costruire una strategia di sviluppo sostenibile, capace di mitigare la dipendenza da fonti esterne e di promuovere un modello energetico più autonomo e flessibile.
La persistente necessità di definire chiaramente il ruolo strategico di Fiume Santo nella programmazione elettrica regionale non è una questione meramente burocratica, bensì un imperativo per il futuro dell’isola.
La sua capacità di generare energia rinnovabile, sfruttando una risorsa naturale come l’acqua, la rende un asset di inestimabile valore, soprattutto in un contesto globale segnato dalla crescente urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di diversificare le fonti energetiche.
La Uiltec sottolinea con forza che l’assenza di una chiara e univoca definizione del ruolo di Fiume Santo preclude qualsiasi percorso certo e definito verso una reale riconversione energetica.
Questo non significa solamente la transizione verso fonti di energia più pulite, ma anche la creazione di nuove opportunità di lavoro, lo sviluppo di competenze specialistiche e la valorizzazione del territorio.
La centralità di Fiume Santo, lungi dall’essere un elemento superabile, deve essere integrata in una visione più ampia che consideri la rete elettrica sarda come un organismo complesso, dove ogni componente, dalla produzione alla distribuzione, contribuisce alla stabilità e all’efficienza del sistema.
La mancata valorizzazione di questo impianto idroelettrico implica non solo la perdita di una potenziale fonte di energia pulita, ma anche la rinuncia a uno strumento fondamentale per attrarre investimenti, stimolare l’innovazione tecnologica e rafforzare la competitività dell’economia sarda.
È imperativo, pertanto, superare le ambiguità e procedere con determinazione verso il riconoscimento formale e la piena integrazione di Fiume Santo nella programmazione energetica regionale.
Solo in questo modo sarà possibile gettare le basi per un futuro energetico più sicuro, sostenibile e prospero per la Sardegna.
La sua funzione non deve essere relegata a un ruolo marginale, ma elevata a leva strategica per lo sviluppo economico e sociale dell’isola.






