L’Aula del Consiglio Regionale si è trovata ieri al centro di una contesa istituzionale culminata nell’approvazione, a procedura accelerata e senza un’adeguata discussione, di una mozione presentata dal capogruppo del Partito Democratico, Roberto Deriu. Il documento, formalmente un atto di indirizzo, incarica l’esecutivo regionale di reiterare l’appello alla Corte Costituzionale in merito alla questione della presunta decadenza della Presidente Alessandra Todde. L’iniziativa, definita dalla minoranza come un “blitz”, si inserisce in un quadro di crescente tensione politica e legale che avvolge l’organo governativo.L’approvazione, giunta a conclusione della seduta dedicata al recepimento di disposizioni nazionali in materia di legislazione abitativa – un atto approvato con un ampio consenso, seppur segnato da un’atmosfera improntata alla cautela – ha colto di sorpresa l’opposizione, che ha reagito abbandonando i lavori immediatamente dopo la presentazione della mozione da parte del Presidente del Consiglio Regionale, Piero Comandini. Questo gesto sottolinea la profonda frattura tra le due forze politiche e la percezione di una gestione opaca e affrettata di una questione di notevole importanza costituzionale.Il ricorso alla Corte Costituzionale rappresenta il secondo tentativo da parte della Regione di contestare le decisioni giudiziarie relative alla presunta decadenza della Presidente. La prima istanza, promossa dall’Avvocatura Regionale, è già all’esame della Consulta con una prima udienza fissata per il 9 luglio. Un elemento cruciale contestato dalla Regione è la presunta invasione di competenze da parte del Tribunale di Cagliari, che ha disposto la decadenza. Il Consiglio Regionale sostiene che tale provvedimento costituisce una violazione delle proprie prerogative istituzionali. La tempistica per la presentazione del nuovo ricorso è stringente, con una scadenza fissata al 22 luglio, e solleva interrogativi sulla possibile unione dei due procedimenti in corso e sulle possibili conseguenze in termini di slittamento dei tempi.La minoranza, guidata dal capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, ha espresso veemente dissenso, etichettando l’azione come una manovra dilatoria priva di una solida base giuridica, volta unicamente a sostenere in via giudiziaria una Giunta regionale in una situazione di crescente difficoltà politica. La critica si concentra sulla presunta mancanza di una reale difesa dell’autonomia regionale, contrapposta alla difesa di posizioni di potere. Un ulteriore punto contestato è la possibilità, prevista dalla legge, di presentare direttamente il ricorso da parte della Giunta, suggerendo che l’atto deliberato dal Consiglio sia superfluo e motivato da considerazioni politiche più che giuridiche. La vicenda, dunque, si configura come un elemento di ulteriore complicazione del quadro politico regionale, con implicazioni potenzialmente dirompenti per l’azione dell’esecutivo e il ruolo del Consiglio.
Approvata a sorpresa la mozione sulla decadenza Todde: polemiche al Consiglio Regionale.
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