La sfida per la sanità sarda si configura non come una mera questione di gestione, ma come un profondo atto di resilienza e visione strategica.
La Presidente della Regione, Alessandra Todde, affronta la complessità del sistema sanitario con un approccio pragmatico, superando narrazioni pessimistiche che rischiano di soffocare la speranza e il progresso.
Non si tratta di negare le attuali criticità – le liste d’attesa, le diseguaglianze territoriali, la fuga di cervelli – ma di contestualizzarle all’interno di un percorso di riforma ambizioso e, soprattutto, misurabile.
L’amara esperienza di ogni cittadino, la frustrazione di un appuntamento rinviato, la necessità di cercare cure al di fuori dell’isola, sono elementi che la Presidente condivide con empatia, riconoscendo la gravità della situazione.
Tuttavia, il suo ruolo non si limita alla comprensione del disagio, ma impone l’assunzione di responsabilità e la proattività nella ricerca di soluzioni concrete.
La governance, in questo contesto, si traduce nella capacità di interpretare le sofferenze del territorio e di trasformarle in priorità d’azione.
La Presidente contrasta le semplificazioni apocalittiche che dipingono la Sardegna come un’isola condannata, sottolineando come le statistiche datate non rendano giustizia agli sforzi compiuti.
Si tratta di un’analisi che invita a guardare oltre le apparenze, a riconoscere i primi segnali di cambiamento in un sistema che ha ereditato decenni di problematiche strutturali.
Il programma di riforma è articolato su diversi fronti cruciali.
La riattivazione di servizi essenziali come l’ortopedia di Iglesias e la senologia chirurgica di Nuoro rappresenta un segnale tangibile di riavvio di attività fondamentali, spesso compromesse in passato.
L’avvio della rete oncologica regionale e il registro tumori sono passi determinanti per una diagnosi precoce e una cura più efficace.
L’implementazione della telemedicina, accelerando l’accesso alle cure anche in aree remote, e il rilancio della ricerca traslazionale, con il progetto di sequenziamento del genoma sardo – un’iniziativa innovativa con implicazioni potenzialmente rivoluzionarie nella prevenzione e nel trattamento delle malattie – testimoniano una visione lungimirante e un impegno verso l’eccellenza.
La questione delle liste d’attesa, nodo cruciale per la percezione della qualità del servizio sanitario, viene affrontata con un piano strutturato: l’introduzione del CUP unico regionale, corredato di un sistema trasparente, promemoria via SMS, penalità per le mancate presentazioni e orari estesi, mira a ottimizzare l’organizzazione e a ridurre i tempi di attesa.
Parallelamente, il risanamento dei conti e la programmazione finanziaria consolidata garantiscono la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.
La Presidente riconosce la distanza ancora da percorrere.
La sfida non è solo tecnica, ma culturale: cambiare un sistema radicato richiede tempo, perseveranza e un dialogo costruttivo con tutti gli attori coinvolti.
Il percorso di risanamento della sanità sarda si configura come un atto di fiducia verso il futuro, un impegno a restituire ai cittadini i diritti fondamentali, non con proclami, ma con fatti concreti, frutto di un lavoro intenso e coraggioso.
È un atto di speranza, alimentato dalla consapevolezza che, con impegno e resilienza, è possibile costruire un sistema sanitario più equo, efficiente e accessibile a tutti i sardi.