La Sardegna, ferma e consapevole, non può rimanere spettatrice silenziosa di fronte al dramma che si consuma in Palestina. La solidarietà, pur necessaria, si rivela ormai inadeguata a fronte delle gravi violazioni dei diritti umani che affliggono la Striscia di Gaza. È impellente una presa di posizione chiara, profondamente politica e sostenuta dall’azione istituzionale. Questa necessità, espressa dalla Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, si concretizza nella mozione presentata al Consiglio Regionale, un atto firmato da una vasta coalizione di consiglieri che sollecita la sospensione di qualsiasi forma di cooperazione con lo Stato di Israele fino al ripristino del rispetto del diritto internazionale e della tutela dei diritti fondamentali.Questa non è una rottura improvvisa, bensì il proseguimento di un percorso iniziato il 24 ottobre 2024, quando il Consiglio Regionale riconobbe ufficialmente lo Stato di Palestina, un gesto che si allinea con la posizione di un’ampia maggioranza della comunità internazionale, rappresentata da oltre 140 Paesi all’interno delle Nazioni Unite. La vicinanza della Sardegna al popolo palestinese non si limita a dichiarazioni di intenti, ma si traduce in azioni concrete, in un impegno tangibile che si è manifestato attraverso collaborazioni strategiche nel corso del tempo.In questo contesto, il ruolo dell’Autorità di Gestione del programma europeo Interreg NEXT MED assume un’importanza cruciale. La Regione Sardegna, attraverso questa istituzione, ha sostenuto una pluralità di progetti che coinvolgono attivamente enti e realtà civiche palestinesi, promuovendo un dialogo costruttivo e collaborazioni significative nei settori cruciali dell’ambiente, della sanità e dell’istruzione. Queste iniziative non sono semplici aiuti, ma investimenti nel futuro, nel rafforzamento delle comunità e nella costruzione di un orizzonte di pace e prosperità condivisa.La Presidente Todde ribadisce con fermezza l’impegno suo e della Giunta a dare piena attuazione a questa importante iniziativa politica, convinta che la Sardegna, con la sua storia di resilienza e apertura al mondo, non possa eludere la propria responsabilità morale e istituzionale. Il silenzio, in questi momenti, equivarrebbe a complicità. La Sardegna si erge, quindi, a voce per chi non ne ha, a testimone di una giustizia che tarda ad arrivare, a promotrice di un futuro in cui il rispetto dei diritti umani sia un principio inderogabile. La sfida è complessa, le implicazioni significative, ma la Sardegna, con la sua identità e i suoi valori, si fa portatrice di speranza e di un’incrollabile fede nella possibilità di un mondo più giusto ed equo.
Sardegna contro la violenza: stop alla cooperazione con Israele.
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