Un’operazione di prevenzione dei reati di riciclaggio e auto-lavaggio di denaro, orchestrata congiuntamente dal Servizio Centrale Investigativo OEconomico (I.C.O.) e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, ha portato al sequestro preventivo di un patrimonio immobiliare e d’impresa stimato in 2,7 milioni di euro. Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione, su impulso della Procura Distrettuale Antimafia, colpisce un individuo ritenuto contiguo all’organizzazione mafiosa Arena, radicata nel territorio di Isola Capo Rizzuto (KR).L’azione giudiziaria si inserisce nel contesto dell’inchiesta “Jonny”, un’articolata indagine che ha svelato i meccanismi di gestione e controllo del territorio da parte del clan Arena, operante tra il 2002 e il 2019. Questa indagine ha portato alla luce una rete di attività illecite, focalizzata sull’accumulo di ricchezza derivante da attività criminali, mascherate dietro una facciata di attività commerciali apparentemente legali. Il soggetto colpito dal sequestro, figura chiave nell’economia dell’associazione, risulta essere stato funzionale a questa attività di accumulo e occultamento di risorse illecite.Il Tribunale di Catanzaro, nell’emanare il provvedimento, ha fatto leva su un’approfondita analisi economico-patrimoniale condotta dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. L’analisi ha messo in luce una discordanza inequivocabile tra il patrimonio complessivo dell’individuo, i redditi ufficialmente dichiarati e le attività lavorative svolte. Questa sproporzione, un campanello d’allarme costante nelle indagini antimafia, ha alimentato il sospetto di un ingente ricorso a risorse di provenienza illecita per alimentare il suo tenore di vita e consolidare la sua posizione all’interno dell’organizzazione.L’operazione si colloca in un quadro più ampio di attività di contrasto alla criminalità organizzata, che hanno già portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, colpendo anche altri membri dell’associazione. Il provvedimento in esame, lungi dall’essere un episodio isolato, rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di smantellamento del patrimonio accumulato dal clan Arena, testimoniando l’efficacia degli strumenti di prevenzione patrimoniale nel perseguire e neutralizzare le attività economiche delle organizzazioni criminali. L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata non solo sulla confisca dei beni, ma anche sull’individuazione e tracciamento delle complesse operazioni finanziarie che ne hanno favorito l’accumulo, al fine di colpire a fondo le radici economiche della mafia.
Sequestro da 2,7 milioni a Isola Capo Rizzuto: colpita rete Arena
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