Ricevere queste chiavi è un onore profondo, un riconoscimento che intendo onorare con impegno.
Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati e bersaglio di sanzioni statunitensi per presunta campagna anti-americana e anti-Israele, ha espresso queste parole durante la cerimonia celebrata nel Teatro Piccinni di Bari, dove le è state conferite le chiavi della città dal sindaco Vito Leccese.
Il gesto, più che una formalità, rappresenta una chiara presa di posizione: Bari si schiera al fianco di Albanese, in segno di solidarietà di fronte a misure che appaiono come un attacco alla libertà di espressione e all’azione di un organo delle Nazioni Unite.
“Queste chiavi sono un simbolo potente,” ha dichiarato Albanese, “ma le sanzioni imposte dagli Stati Uniti non lo sono.
Si tratta di un atto senza precedenti, un’azione volta a paralizzare le mie relazioni professionali e a intimidire.
Utilizzo tecniche consuete per contrastare questi tentativi di pressione.
“Riferendosi alla sua eredità meridionale, Albanese ha sottolineato l’importanza della resilienza collettiva: “Schiena dritta, testa alta, insieme.
Questo è l’unico modo per affrontare l’intimidazione.
Crescendo nel Sud, ho imparato a riconoscere le dinamiche della criminalità organizzata, e so che la forza risiede nella coesione e nella determinazione.
“La Relatrice ha poi collegato la situazione palestinese a un più ampio problema di legalità, sostenendo che il conflitto mette a nudo le fragilità del sistema giuridico internazionale e le conseguenze della mancanza di rispetto per i diritti umani.
Ha esplicitamente accusato il governo italiano di corresponsabilità per la situazione, nonostante le sollecitazioni provenienti da giuristi e avvocati che avevano chiesto la sospensione del memorandum d’intesa.
Concludendo il suo intervento, Albanese ha invocato un risveglio delle coscienze, esortando a sostenere attivamente le iniziative volte a ripristinare la legalità, anche attraverso vie giudiziarie.
Ha ricordato che il genocidio è un crimine riconosciuto anche dal diritto italiano, sottolineando la necessità di agire con fermezza per prevenire e punire tali atrocità, e riaffermando l’importanza di difendere i diritti umani fondamentali, ovunque essi siano violati.
La solidarietà con la Palestina, secondo Albanese, è un imperativo morale e un atto di difesa dei valori di giustizia e libertà.