venerdì 1 Agosto 2025
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Inchiesta a Milano: arresti e ombre sull’urbanistica

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari (GIP) Mattia Fiorentini a Milano ha delineato un quadro complesso e inquietante nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge figure di spicco del panorama urbanistico milanese.
Il provvedimento, che ha portato agli arresti domiciliari dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, del CEO di Coima Manfredi Catella, di Giuseppe Marinoni (presidente della Commissione Paesaggio) e Alessandro Scandurra (componente della stessa), e dell’ex manager di J+S, Federico Pella, e alla richiesta di carcerazione per Andrea Bezziccheri, fondatore di Bluestone, esclude specificamente la configurabilità del reato di induzione indebita nei confronti del sindaco Giuseppe Sala e dell’architetto Stefano Boeri.
Questa esclusione, cruciale nel contesto dell’indagine che mira a svelare dinamiche potenzialmente illegali nella gestione del territorio, non inficia però la gravità delle accuse contestate ai soggetti coinvolti.

L’inchiesta, denominata “Expo Valley” (anche se i fatti risalgono a periodi precedenti all’Expo), si concentra su presunte irregolarità e pratiche corruttive che avrebbero alterato i processi decisionali relativi a progetti urbanistici di rilevanza strategica per la città.

Il nodo centrale dell’indagine ruota attorno alla presunta influenza indebita esercitata su funzionari pubblici e membri della Commissione Paesaggio, con l’obiettivo di favorire interessi privati e aggirare normative urbanistiche.
In particolare, l’attenzione si è concentrata sulla vicenda del “Pirellino”, un progetto di riqualificazione di un’area adiacente alla sede storica di Pirelli, che ha sollevato interrogativi sulla legittimità delle autorizzazioni rilasciate.
L’ordinanza del GIP, pur escludendo l’accusa di induzione indebita nei confronti di Sala e Boeri, evidenzia come i presunti illeciti abbiano coinvolto un intreccio di relazioni e convenienze che avrebbero compromesso l’imparzialità delle decisioni pubbliche.

La figura del “commissario” (presumibilmente riferendosi a Bezziccheri e altri) emerge come elemento chiave nella presunta manipolazione del processo decisionale, agendo come intermediario tra gli interessi privati e le istituzioni.

L’inchiesta non si limita alla vicenda del Pirellino, ma indaga su una serie di progetti urbanistici, tra cui la riqualificazione dell’area Expo e la realizzazione di nuove infrastrutture.
Le accuse comprendono, in alcuni casi, la falsificazione di documenti e l’ostacolo all’esercizio delle funzioni della pubblica amministrazione.
Il provvedimento cautelare del GIP rappresenta un momento delicato per l’amministrazione comunale di Milano e solleva interrogativi sulla trasparenza e la correttezza dei processi decisionali in materia di urbanistica.

L’indagine è ancora in corso e si attendono ulteriori sviluppi che potrebbero chiarire la reale portata delle presunte irregolarità e identificare tutti i soggetti coinvolti.

Il ruolo della Commissione Paesaggio, organo deputato a valutare l’impatto ambientale e paesaggistico dei progetti urbanistici, appare particolarmente compromesso dalle accuse, sollevando dubbi sulla sua effettiva autonomia e imparzialità.
La vicenda, nel suo complesso, riapre un dibattito cruciale sulla necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di accountability nel settore dell’urbanistica, garantendo la tutela dell’interesse pubblico e la prevenzione di fenomeni corruttivi.

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