Dopo oltre quarantacinque anni, una nuova speranza si accende nella ricerca della verità dietro uno dei delitti più drammatici della storia siciliana: l’assassinio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, avvenuto il 6 gennaio 1980. La Procura di Palermo, guidata da una rinnovata determinazione, ha avviato un’indagine tecnologicamente avanzata, mobilitando risorse specialistiche per tentare un’estrazione del DNA da un’impronta rinvenuta sullo sportello lato guidatore della Fiat 127 impiegata dai responsabili per la fuga.Questa iniziativa, che si colloca nel contesto di una più ampia ripresa degli sforzi investigativi sul caso Mattarella, rappresenta un esempio lampante di come il progresso scientifico possa offrire opportunità inedite di approfondimento anche su vicende datate, dove i tradizionali strumenti di indagine si sarebbero rivelati insufficienti. L’evoluzione delle tecniche di analisi del DNA, in particolare quelle relative al cosiddetto “DNA antico” o “DNA degradato”, apre scenari precedentemente inimmaginabili, permettendo di recuperare informazioni genetiche da tracce estremamente frammentate e compromesse dal tempo e dalle condizioni ambientali.L’atto di conferire l’incarico ai periti, previsto per il 12 giugno, segna un momento cruciale. Non si tratta semplicemente di un’analisi di routine, bensì di una comparazione biologica complessa, volta a confrontare il materiale genetico estratto con eventuali profili disponibili, magari appartenenti a soggetti già individuati in altre indagini o a discendenti di persone coinvolte nel contesto storico-criminale dell’epoca.Il valore di questa indagine va ben oltre la mera identificazione dei responsabili diretti dell’omicidio. Il caso Mattarella, infatti, si inserisce in un periodo storico particolarmente delicato per la Sicilia, segnato da una profonda crisi politica e sociale, e da una escalation della violenza mafiosa. La sua figura, quella di un politico impegnato nella lotta alla criminalità organizzata e per un rinnovamento del sistema politico, lo rendeva un bersaglio sensibile. La ricostruzione completa delle dinamiche che portarono al suo assassinio, e l’identificazione di eventuali mandanti o complici, potrebbe contribuire a far luce su un’epoca buia della storia siciliana, svelando connessioni e dinamiche ancora avvolte nel mistero.L’operazione testimonia inoltre un impegno costante da parte delle istituzioni a perseguire la giustizia anche a distanza di decenni, onorando la memoria di Piersanti Mattarella e rafforzando il senso di fiducia dei cittadini nello stato di diritto. La speranza è che questa nuova indagine, frutto di competenze specialistiche e tecnologie all’avanguardia, possa finalmente restituire alla famiglia Mattarella e all’intera comunità siciliana la verità che attende da troppo tempo.