Il canto finale aveva appena smorzato l’eco solenne, il cielo di Roma si stava gradualmente liberando dalla densità di bandiere e striscioni.
L’emozione palpabile, condensata in ore di attesa e devozione, si dissolse nel movimento incessante di un’immensa corrente umana.
Decine di migliaia di fedeli, un fiume inarrestabile proveniente da ogni angolo del mondo, si incamminavano verso le proprie destinazioni, segnando la conclusione della celebrazione per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati.
L’immagine del Papa, seduto nel papamobile durante il giro di Leone XIV, rimaneva impressa nella memoria collettiva: un’occasione unica per un contatto, seppur fugace, con la figura guida della Chiesa Cattolica.
Quel momento, come un faro, aveva scandito l’apice della cerimonia, precedendo l’inevitabile, ma commovente, scioglimento della folla.
La canonizzazione di due figure così diverse come Carlo Acutis, un giovane beato per la sua passione per l’informatica al servizio della fede, e Pier Giorgio Frassati, testimone di carità e impegno sociale nel contesto del suo tempo, rappresentava un’occasione per riflettere sull’attualità del messaggio evangelico.
Acutis, con la sua visione innovativa e l’uso della tecnologia per diffondere la fede, incarnava la capacità di dialogare con le nuove generazioni.
Frassati, con il suo instancabile servizio ai più poveri e l’impegno per la giustizia sociale, ricordava l’imperativo di vivere il Vangelo in concreto, dedicandosi al bene comune.
La loro elevazione a santi non era solo un riconoscimento del loro valore spirituale, ma anche un invito a tutti i fedeli a seguire il loro esempio, a coltivare la fede in modo personale e creativo, e a tradurla in azioni concrete a favore dei fratelli più bisognosi.
Il deflusso dalla piazza San Pietro, dunque, non era solo un movimento fisico, ma anche un portatore di nuovi stimoli, di speranza e di impegno, un’eco silenziosa delle parole pronunciate durante la celebrazione, un seme piantato nei cuori di coloro che avevano partecipato a quel momento di grazia.
L’evento, ben al di là della mera dimensione religiosa, si configurava come un fenomeno sociale di grande rilevanza, capace di mobilitare energie e di suscitare un rinnovato interesse per i valori cristiani nel contesto di una società spesso segnata dalla superficialità e dall’individualismo.
La loro storia, la loro vita, erano diventati un esempio di come la fede potesse essere vissuta in modo autentico e significativo, al di là delle etichette e delle convenzioni sociali.







