Il progetto cinematografico “Anna” di Monica Guerritore si configura come un atto di restituzione. Non si tratta di un tentativo di emulazione, non un’impresa volta a trasporre una figura mitica su pellicola. Si tratta, piuttosto, di una ricerca, un viaggio introspettivo per disvelare l’essenza di una donna complessa, Anna Magnani, al di là delle immagini e dei cliché consolidati. Il set, installato in prossimità dell’isola Tiberina, si anima mentre la regista-attrice si trasforma, attraverso un meticoloso lavoro di make-up, nell’icona del cinema italiano.Guerritore, con una profonda consapevolezza, sottolinea l’imprescindibilità di un approccio empatico per comprendere Magnani. Non si tratta di replicare la sua immagine, ma di incarnarne la verità, di osare la “tradizione” per restituire la sua autenticità. “Tutto ciò che c’è nel film è vero, compresa me”, afferma, sottolineando come la sincerità dell’interpretazione debba riflettersi anche nella fisicità dell’attrice. La Magnani non può essere ridotta a una caricatura, a una performance artificiosa.L’attrice non si concentra sull’aspetto esteriore, ma sulla dicotomia interiore che contraddistingue la figura di Magnani: una donna vera, ma al tempo stesso attenta alla propria immagine, ribelle eppure legata alle convenzioni del suo tempo. Non si tratta di una trasandatezza superficiale, bensì di una cura disincantata, di una ricerca di equilibrio tra l’essere fedeli a se stessi e l’adeguarsi alle aspettative sociali. La sua forza risiede nell’affermazione della propria individualità, in un’epoca in cui le donne erano spesso confinate in ruoli predefiniti.La scelta di far partire il racconto nel 1956, anno del prestigioso Oscar, è significativa. Rappresenta un punto di svolta nella carriera dell’attrice, un momento di appagamento contrastato dalla consapevolezza di un riconoscimento arrivato forse troppo tardi. Il contesto storico è cruciale: l’emergere della Nouvelle Vague, l’affermazione del cinema d’autore, la marginalizzazione delle figure che non si conformano ai canoni del momento. L’attrice, una volta celebrata, si ritrova progressivamente emarginata, soffocata da un sistema che privilegia la giovinezza e l’aderenza alle mode.L’auspicio di Guerritore è che il film venga percepito come un’opera popolare, un racconto che sappia toccare le corde emotive del pubblico, suscitando risate, commozione e profonda riflessione. Un film che, come Anna Magnani stessa, sia pieno di energia, passione, forza e umanità.Il cast, un omaggio ai grandi nomi del cinema italiano, include figure come Roberto Rossellini, Carol Levis, Beatrice Grannò, Luca Cellini, Edoardo Purgatori, Luca Lazareschi, Antonio Zavatteri, Alberto Moravia, Diego Migeni, Antonello Trombadori, Federico Fellini, Stefano Rossi Giordani, Sergio Amidei, Massimiliano Vado e Indro Montanelli. Una scena particolarmente significativa vedrà Anna Magnani, interpretata da Carol Levis, ricevere la notizia del suo Oscar proprio sull’isola Tiberina, un momento di gioia intensa che segna un’epoca e rivela la grandezza di un talento unico. Il progetto si configura, quindi, non come una biografia convenzionale, ma come un atto d’amore verso un’artista che ha saputo incarnare la forza e l’autenticità della femminilità italiana.