Nel cuore di Venezia, tra i riflessi dorati dell’acqua e l’eco di una storia secolare, emerge “Il Ritorno del Bucintoro nel Giorno dell’Ascensione”, un’opera di Canaletto che incarna l’apogeo del vedutismo veneziano del XVIII secolo. Datato 1732, questo capolavoro, destinato a diventare l’astro nascente dell’imminente asta degli Old Masters di Christie’s a Londra, il 1° luglio, non è semplicemente un dipinto, ma una finestra aperta su un’epoca di sfarzo, potere e cerimoniale veneziano.La sua eccezionalità risiede non solo nella maestria tecnica di Canaletto, capace di restituire con precisione geometrica e un’impareggiabile sensibilità atmosferica la grandiosità della Serenissima, ma anche nella sua complessa storia, raramente accessibile al pubblico. Questo è il terzo atto di una saga che si dipana attraverso tre secoli, un record di rarità che ne eleva il valore ben oltre l’estimazione di 20 milioni di sterline (circa 24-25 milioni di euro). Le precedenti comparizioni sul mercato, nel 1751 e nel 1993, testimoniano la sua statura e la desiderabilità che ne deriva dall’essere un’icona del panorama artistico veneziano.La sua superficie, sorprendentemente conservata, rivela una vividezza che trascende i secoli, un elemento fondamentale per comprendere il ruolo cruciale che l’opera ha ricoperto nel contesto storico-artistico. La sua presenza, in passato, è stata celata agli occhi del mondo, svelando ora un intricato intreccio con la storia britannica. Si è scoperto che, a breve distanza dalla sua realizzazione, il dipinto fece il salto oltre il Canale, approdando a Londra, precisamente al numero 10 di Downing Street, già nel 1736.Lì, non era un mero oggetto d’arredo, ma un simbolo evocativo, un’immagine tangibile del potere e della magnificenza che caratterizzavano la Repubblica di Venezia, affiancato ad altre opere appartenenti alla collezione privata di Sir Robert Walpole, primo ministro britannico, un uomo che vedeva nella Repubblica Serenissima un modello di stabilità e prosperità. Questo legame con una figura chiave della storia politica inglese aggiunge un ulteriore strato di interesse e rarità all’opera.”Il Ritorno del Bucintoro” non è solo un’opera d’arte, ma un documento storico che riflette le dinamiche culturali e politiche del suo tempo. La sua capacità di evocare la Venezia del XVIII secolo, con i suoi canali, palazzi e cerimonie pubbliche, continua a incantare e a ispirare. L’attesa è palpabile tra musei di prestigio e collezionisti privati, pronti a contendersi un pezzo di storia veneziana di tale rilievo. L’asta promette di essere un evento di grande importanza, con un cartellone ricco di opere di artisti del calibro di Tiziano (con un “Ritratto di un Nobile” stimato tra 3 e 5 milioni di sterline), Jan van Huysum, Pieter Brueghel il Giovane, Gerit Dou, George Stubbs, Jacob Jordaens e Willem Key, ognuna con le proprie peculiarità e il proprio valore intrinseco.