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lunedì 3 Novembre 2025

Obiettivi Climatici 2040: Nuova Revisione e Flessibilità Europea

La revisione degli obiettivi climatici europei per il 2040 è al centro di un acceso dibattito, con una nuova proposta che introduce un meccanismo di “correzione dinamica” volto a garantire la flessibilità necessaria di fronte a performance inferiori alle aspettative in termini di assorbimento naturale di CO2.

La bozza di compromesso, elaborata dalla presidenza danese dell’Unione Europea e datata 2 novembre, mira a sbloccare un accordo politico al Consiglio Ambiente, proponendo un approccio pragmatico che tiene conto delle incertezze intrinseche ai processi ecologici.
L’elemento centrale di questa revisione è la possibilità di adeguare l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 2040, attualmente fissato a una diminuzione del 90% rispetto ai livelli del 1990, qualora i bacini forestali e le pratiche agricole non riescano a sequestrare la quantità di carbonio prevista.
Questo meccanismo di “freno di emergenza” è stato sollecitato in particolare dalla Francia, preoccupata dalla potenziale discrepanza tra gli obiettivi ambiziosi e la reale capacità del continente di assorbire CO2 attraverso sistemi naturali.

La bozza di compromesso assicura, inoltre, che qualsiasi carenza nell’assorbimento naturale non si traduca in un inasprimento delle misure restrittive per altri settori economici, evitando così una distribuzione iniqua dell’onere della transizione ecologica.
La revisione non si limita a questo.

Si prevede una valutazione periodica, ogni due anni, da parte della Commissione Europea per monitorare i progressi e, se necessario, apportare modifiche all’obiettivo del 2040.

Questa valutazione sarà fondamentale per allineare gli obiettivi politici con le evidenze scientifiche e le reali capacità di assorbimento del territorio.

Un altro nodo cruciale riguarda il ruolo dei crediti di carbonio internazionali, ovvero progetti di rimozione della CO2 situati al di fuori dell’Unione Europea.

La discussione verte sull’opportunità e la quantità di questi crediti che potranno essere utilizzati per compensare le emissioni interne.
La proposta iniziale della Commissione Europea prevedeva l’utilizzo di questi crediti dal 2036 per una quota del 3%, ma Italia e Francia spingono per un’entrata in vigore anticipata (2031) e per una quota più elevata, almeno il 5%.
La presenza di parentesi quadre attorno alle specifiche temporali e percentuali evidenzia la natura ancora aperta della questione, lasciando spazio a negoziazioni tra i ministri ambientali.

In definitiva, la bozza di compromesso rappresenta un tentativo di bilanciare ambizione climatica e realismo operativo, riconoscendo che la lotta al cambiamento climatico richiede un approccio flessibile e adattabile, capace di tenere conto delle complesse dinamiche ambientali e delle esigenze economiche dei diversi Stati membri.
La discussione sui crediti internazionali, in particolare, riflette le diverse prospettive su come l’Unione Europea possa raggiungere i suoi obiettivi climatici in modo equo e sostenibile.

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