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Michelangelo e i Media: un’indagine sulla Sistina a Firenze

La mostra “La Sistina di Michelangelo: un’eredità multimediale”, aperta al pubblico presso Casa Buonarroti a Firenze dal 24 settembre 2024 al 7 gennaio 2026, offre un’analisi profonda e innovativa del rapporto tra l’opera monumentale di Michelangelo e la sua ricezione attraverso i media nel corso dei secoli.

Lungi dall’essere una semplice riproduzione o documentazione, l’esposizione si configura come un’indagine sulla *trasformazione* della narrazione visiva, esplorando come l’iconografia della Cappella Sistina sia stata mediata, interpretata e re-immaginata da diverse generazioni di artisti, interpreti e pubblico.

Con un corpus di oltre sessanta opere, tra cui incisioni rare, fotografie storiche, manifesti pubblicitari d’epoca, e frammenti di documentari televisivi, la mostra rivela il complesso processo di “traduzione” operato dai media.

Si tratta di un’evoluzione che va dall’incisione cinquecentesca, utilizzata per diffondere immagini dell’affresco in un’Italia ancora analfabeta, alla fotografia del XIX secolo, che ne ha catturato la monumentalità e il dettaglio con inediti strumenti di riproduzione, fino al cinema e alla televisione contemporanei, che hanno elevato la Sistina a simbolo universale di bellezza e grandezza artistica.
L’esposizione, promossa dalla Fondazione Casa Buonarroti in collaborazione con i Musei Vaticani e la Regione Toscana, è frutto della visione del Presidente Cristina Acidini e del Direttore Alessandro Cecchi, desiderosi di celebrare il completamento dei restauri del piano terreno di Casa Buonarroti e di offrire al pubblico una prospettiva inedita sull’eredità michelangiolesca.
L’impegno di Opera Laboratori nella produzione dell’esposizione, curata da Silvestra Bietoletti e Monica Maffioli, ha permesso di creare un percorso coinvolgente, che integra materiali provenienti da prestigiose istituzioni come l’Accademia Albertina di Torino, l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e l’Accademia di Brera, fino ai Musei Vaticani stessi.
La mostra non si limita a ricostruire la storia della ricezione mediatica della Cappella Sistina, ma ne interroga anche la natura stessa.

Come il linguaggio figurativo di Michelangelo viene alterato, amplificato o distorto dalla mediazione tecnologica? Quali nuove interpretazioni emergono dall’intersezione tra l’opera originale e le sue rappresentazioni nei media? In un’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di immagini e dalla frammentazione dell’attenzione, la mostra mira a riaccendere la passione per l’arte, a stimolare la riflessione critica e a riscoprire la potenza emotiva e intellettuale del genio rinascimentale.
L’iniziativa, come sottolineano le curatrici, intende riaffermare la capacità dell’arte di trascendere i confini temporali e culturali, offrendo un messaggio di speranza e ispirazione per il futuro.

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