Il fascino delle utopie galleggianti, tra passione per la natura e sfide dell’uomo contemporaneo

La luce dorata dell’isola di Floreana, nell’arcipelago delle Galàpagos, avvolge un gruppo di individui affascinanti e visionari che si rifugiano in questo oasi naturale negli anni Trenta. Sono i pionieri del sogno di un mondo migliore, protagonisti dell’affascinante storia raccontata da ‘Eden’, il film di Ron Howard che ci invita a riflettere sulla nostra condizione umana. Il dottor Friedrich Ritter e sua moglie Dora Strauch, fuggiti dalla Germania nel 1929, sono i primi a imboccare la strada della creazione di un nuovo mondo. I loro passi vengono seguiti da altri ammiratori del loro ideale: Margaret e Heinz Wittmer, che si uniscono al gruppo grazie alla fama acquisita in quanto biologi entrambi, e infine una quattro personaggi ancora più spettacolari: la baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn, accompagnata da due suoi amanti e dal fedele servitore ecuadoriano. Sembra che tutti questi individui abbiano uno stesso obiettivo comune: crearne uno nuovo, in cui rinascere e ricominciare da capo. La loro avventura ha una svolta commovente quando si rendono conto che il sogno di costruire un mondo migliore non è semplicemente la fuga dalla realtà.Questa trasposizione cinematografica dei protagonisti della nostra storia ci parla delle stesse preoccupazioni attuali, sebbene con una prospettiva diversa e sempre comunque fedele all’argomento. La baronessa Wehrhorn è una rappresentazione perfetta della donna moderna che vuole essere padrona di sé: indipendente e audace, ma non meno pericolosa per questo; uno spirito libero e avventuroso, con due amanti fedeli al suo fianco. Con i suoi amanti, il dottor Ritter e Dora Strauch formano un gruppo di pionieri che tentano di costruire una comunità più giusta e in cui ognuno possa trovare la propria felicità, come nel romanzo ‘Utopia’ dello storico Thomas More. Sebbene i protagonisti della nostra storia siano stati i primi a imboccare la strada del sogno di un mondo migliore, il loro fallimento è comunque sintetizzato nella parola “speranza”. Infatti, bisogna sempre credere nel futuro e, con esso, anche nelle nuove generazioni. Oggi viviamo una trasformazione che ha a che fare con la tecnologia, come se la Rivoluzione industriale si moltiplicasse per dieci. Siamo alle prese con una situazione del tutto nuova rispetto al passato e in cui non sappiamo più cosa credere; inoltre dobbiamo affrontare sfide sempre maggiori che richiedono collaborazione tra tutti e le nuove generazioni: “il potere degli affetti” è l’unico strumento sufficiente per riuscire a superarle.

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