La Chiesa nicaraguense in lotta contro l’oppressione di Ortega

Il governo del Nicaragua sta esercitando una massiccia pressione sulla Chiesa cattolica, inviando squadre di poliziotti nelle parrocchie di tutto il paese per ricordare ai sacerdoti che qualsiasi tentativo di effettuare processioni o elevare preghiere pubbliche per il paese, i migranti o i prigionieri politici sarà punito con arresti. Questa offensiva si è intensificata proprio alla vigilia della Domenica delle Palme, giorno che segna l’inizio delle processioni della Settimana Santa.I capi locali della polizia si presentano ai preti in visite di cortesia, ma poi chiariscono il divieto e la minaccia di arresto in caso di disobbedienza. I sacerdoti hanno chiesto l’anonimato per timore di ritorsioni.”I preti assicurano di essere stati pressati anche a non includere preghiere per il Nicaragua durante i servizi”, riporta un media indipendente nicaraguense. “Ci chiedono di evitare di pregare per il nostro paese, per i migranti, i prigionieri ed i governanti. Ma per chi dovremmo pregare?” ha chiesto uno dei sacerdoti.”La Chiesa in tutto il mondo prega per le sue nazioni e questo va contro il cuore stesso della nostra liturgia”, ha aggiunto un altro. “Ci ordinano che se usciamo in processione durante la Settimana Santa, ci mettono in prigione”.Queste visite di polizia sono solo l’ultima mossa del governo nel suo tentativo di ridurre il ruolo della Chiesa nella società nicaraguense. Da quando è salito al potere il presidente Daniel Ortega, il paese si è trasformato in una dittatura autoritaria.La libertà di religione e di parola sta per essere abolita nel Nicaragua. La polizia tiene sotto controllo le parrocchie e i sacerdoti sono costantemente minacciati con arresti e percosse se osano esprimere la loro voce contro il regime.I media indipendenti nicaraguensi, come Despacho 505, Confidencial e Noticias100%, hanno denunciato le atrocità del governo, ma i sacerdoti non sono riusciti a rimanere indifferenti. Hanno iniziato a organizzare processioni e preghiere per il paese e per le vittime della dittatura.Ma ora è arrivata la minaccia di arresto e di percosse. I sacerdoti si sentono oppressi, ma non hanno rinunciato a lottare contro il regime. Hanno deciso di continuare a pregare per il paese, nonostante le minacce del governo.La Chiesa cattolica è sempre stata un faro di speranza e di libertà nella società nicaraguense. Ma ora il governo sta cercando di cancellarla dalla scena pubblica. I sacerdoti stanno combattendo per mantenere la loro libertà di espressione e di preghiera.La Settimana Santa è un momento di grande importanza per la Chiesa cattolica, ma questa volta non sarà come le altre. Il governo ha messo il piede sulla molla e i sacerdoti sono prigionieri della loro stessa fede.Ma la Chiesa non si arrenderà mai. La preghiera è l’arma più potente contro l’oppressione e la dittatura. E i sacerdoti del Nicaragua continueranno a pregare per il paese, anche se dovessero pagarlo con la libertà.La Domenica delle Palme sarà un giorno di grande tensione nel paese. La polizia sarà presente nelle strade e le parrocchie saranno sotto sorveglianza. Ma i sacerdoti non si lasceranno intimidire.Hanno deciso di uscire in processione, per pregare per il paese e per le vittime della dittatura. Sarà un atto di disobbedienza civile contro il regime. E sarà un momento di grande coraggio e di fede per la Chiesa nicaraguense.La storia dell’umanità è piena di momenti di ribellione contro l’oppressione. E i sacerdoti del Nicaragua stanno facendo parte di questa lunga tradizione.La Settimana Santa sarà un momento di grande importanza per la Chiesa cattolica nel paese. Sarà un atto di resistenza contro il regime autoritario e una dichiarazione di fede per i sacerdoti che hanno deciso di lottare per la libertà.E sarà anche un momento di grande speranza per il paese. La preghiera può cambiare le cose, se i cuori si aprono al bene e alla giustizia. E i sacerdoti del Nicaragua continueranno a pregare per il paese, finché non verrà la pace e la libertà.

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