La Grande Brera, un progetto ambizioso che ridefinisce il concetto di polo culturale milanese, si proietta verso un impatto economico stimato in 520 milioni di euro, con proiezioni che potrebbero superare il miliardo e mezzo. Questa valutazione, frutto di una ricerca approfondita condotta da Makno, non si limita a quantificare il valore economico diretto, ma ne analizza le molteplici valenze, articolando un modello di sviluppo culturale e urbano di ampio respiro.L’iniziativa, nata dalla necessità di superare l’ambiguità del termine “Brera”, precedentemente associato in modo indistinto all’Accademia e alla Pinacoteca, si configura come una piattaforma integrata che abbraccia un ricco patrimonio: la Pinacoteca di Brera, l’Accademia di Belle Arti, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e, recentemente, Palazzo Citterio, che ospita una significativa collezione di opere del Novecento e dell’arte contemporanea.Il direttore Angelo Crespi ha sottolineato come la Grande Brera rappresenti un’evoluzione ben oltre la semplice espansione fisica dello spazio museale, incarnando una vera e propria metamorfosi concettuale. L’obiettivo è ridefinire l’identità del complesso, comunicando in modo innovativo la sua unicità e potenza, e riflettendo il dinamismo intrinseco a Milano, alla Lombardia e al tessuto urbano che le fa da cornice. La creazione di un brand coerente e distintivo, elemento chiave di questa trasformazione, mira a consolidare la percezione della Grande Brera come epicentro culturale di rilevanza nazionale e internazionale.La metodologia di valutazione di Makno ha impiegato un algoritmo sofisticato, che ha considerato non solo il valore intrinseco del patrimonio artistico e culturale, ma anche il suo ruolo come attrattore urbano, la capacità di generare relazioni e partnership strategiche, la flessibilità nell’adattamento a nuovi modelli di fruizione e, soprattutto, la sua capacità di irradiazione su un bacino di utenza vasto, composto da nove milioni di persone. Questo bacino non è inteso solamente come area geografica, ma come comunità di interessi, potenziali visitatori e stakeholder coinvolti nel successo del progetto.L’impatto economico previsto non è un mero dato previsionale, ma il risultato di un modello di sviluppo sostenibile, capace di generare valore aggiunto in termini di turismo culturale, creazione di posti di lavoro e rafforzamento dell’immagine di Milano come città dell’arte, della scienza e dell’innovazione. Mario Abis, direttore di Makno, ha previsto una fase di stabilizzazione, entro un anno, che permetterà di misurare con precisione i flussi di pubblico e le motivazioni alla base delle visite, affinando ulteriormente le strategie di gestione e promozione.La Grande Brera si propone dunque come un caso studio esemplare, dimostrando come un’istituzione culturale possa diventare un potente motore di sviluppo urbano e un volano per l’economia di una metropoli di portata globale, una città che si distingue per la sua qualità della vita, la sua complessità e la sua capacità di reinventarsi costantemente.
Grande Brera: un polo culturale da 520 milioni
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