Lungo il confine settentrionale della Striscia di Gaza, un massiccio dispiegamento di forze israeliane si sta consolidando, preludio a un’operazione militare di ampia portata, diretta a Gaza City.
Fonti militari confermano l’avanzamento di una significativa quantità di carri armati, veicoli corazzati e mezzi ingegneristici, inclusi bulldozer destinati a preparare il terreno per l’ingresso delle truppe.
Secondo quanto riferito da Ynet, l’assalto sarà condotto principalmente da unità di fanteria regolari, supportate dalle brigate già posizionate strategicamente attorno alla città.
L’operazione, denominata “Carri di Gedeone 2”, è concepita come un’avanzata graduale e metodica, volta a minimizzare le perdite e massimizzare l’efficacia tattica.
Gli alti comandi militari prevedono un conflitto prolungato, stimato in almeno tre, se non quattro mesi, e valutano improbabile una resa rapida da parte di Hamas.
Tale previsione si basa sulla comprovata resilienza del movimento e sulla sua capacità di adattamento alle condizioni operative.
L’analisi delle forze in campo rivela una situazione complessa.
Nonostante i precedenti attacchi e le perdite subite, migliaia di combattenti di Hamas rimangono determinati a opporre resistenza, consolidando le loro posizioni non solo nel cuore di Gaza City, ma anche nei campi di sfollati di al-Mawasi, trasformandoli in vere e proprie roccaforti difensive.
Questa localizzazione strategica, tra la popolazione civile, complica ulteriormente l’operazione, ponendo sfide umanitarie significative e aumentando il rischio di vittime civili.
La pianificazione militare israeliana tiene conto di una serie di variabili, tra cui la potenziale reazione della comunità internazionale, l’impatto sulle infrastrutture civili e la possibilità di escalation del conflitto con il coinvolgimento di altri attori regionali.
L’obiettivo primario rimane la disarticolazione delle capacità militari di Hamas e il ripristino della sicurezza per i cittadini israeliani, ma il costo umano e le conseguenze a lungo termine di una così vasta operazione rimangono una fonte di profonda preoccupazione.
La strategia prevede un approccio articolato che combina operazioni di intelligence mirate, attacchi aerei selettivi e un’avanzata terrestre progressiva, nel tentativo di minimizzare i danni collaterali e massimizzare l’efficacia contro le forze di Hamas.