L’attesa per l’autorizzazione delle autorità spagnole all’esecuzione di ulteriori accertamenti sulla salma di Michele Noschese, il talentuoso DJ Godzi deceduto a Ibiza nella notte tra il 18 e il 19 luglio, si fa sempre più intensa.
La vicenda, avvolta da un velo di mistero e contraddizioni, merita un’indagine approfondita che vada al di là delle prime ricostruzioni ufficiali.
Il padre della vittima, il rinomato medico Giuseppe Noschese, sta seguendo con determinazione la vicenda, affiancato da un team legale composto dall’avvocata Rosanna Alvaro, dal collega spagnolo Jaime Roig e da un consulente medico.
La loro azione mira a integrare i risultati dell’autopsia – eseguita senza la presenza di un consulente designato dalla famiglia – con un nuovo ciclo di esami specialistici, cruciali per gettare luce sulle cause della morte e per chiarire le circostanze che hanno preceduto il decesso.
Il primo referto medico consegnato ai familiari, pur non evidenziando segni evidenti di traumi riconducibili a percosse, ha sollevato interrogativi che necessitano di risposte concrete.
La versione ufficiale della polizia spagnola, che parla di un malore sopraggiunto dopo l’intervento delle forze dell’ordine, si scontra con il racconto di un amico stretto di Michele, il quale ha descritto un episodio di violenza con immobilizzazione, manette, e aggressioni verbali e fisiche, culminate con il DJ Godzi a terra, in posizione prona.
Questa discrasanza testimonia la complessità della situazione e l’urgenza di un’indagine indipendente e imparziale, capace di vagliare ogni elemento probatorio.
La necessità di accertare se il malore denunciato sia stato conseguenza di un evento preesistente, o se sia stato in qualche modo indotto da fattori esterni, rappresenta un elemento chiave per la verità processuale.
La vicenda solleva inoltre importanti questioni di carattere legale e umano.
Il diritto alla verità, sancito anche a livello internazionale, impone di superare le barriere linguistiche e culturali per garantire che ogni dettaglio venga esaminato attentamente.
La presenza di un consulente medico nominato dalla famiglia durante l’autopsia avrebbe potuto contribuire a garantire una valutazione più completa e obiettiva, ma la sua assenza sottolinea l’importanza di procedere ora con questi ulteriori accertamenti.
La famiglia Noschese, sostenuta da un’opinione pubblica sensibile, aspira a ottenere chiarezza definitiva, non solo per onorare la memoria di Michele, ma anche per assicurare che la giustizia venga pienamente fatta.
L’autorizzazione all’esecuzione di questi esami rappresenta un passo fondamentale in questa direzione.