Emergenza Lavoro Nero e Sfruttamento Agroalimentare: La Flai Cgil Abruzzo-Molise Scioglie la Sua Preoccupazione Davanti alla Prefettura dell’AquilaUn segnale di allarme forte e chiaro si è levato oggi di fronte alla Prefettura dell’Aquila, con una mobilitazione organizzata dai rappresentanti territoriali della Flai Cgil (Federazione Lavoratori Agricoltura e Alimentazione) delle province di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo e Molise. L’azione è stata un monito inequivocabile contro il dilagare del caporalato e dello sfruttamento nella complessa filiera agroalimentare, un fenomeno che mina la dignità umana, distorce il mercato e compromette la sicurezza sul lavoro.L’iniziativa, nata in seguito a un tragico episodio che ha visto un bracciante ferito e abbandonato presso una struttura sanitaria di Pescina, ha focalizzato l’attenzione sulla necessità impellente di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione in agricoltura. Ma la protesta ha anche acceso i riflettori sulla questione cruciale dell’accesso alla cittadinanza per i lavoratori migranti, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, ricordando come la regolarizzazione sia un prerequisito fondamentale per tutelare i diritti e garantire la piena inclusione sociale.La piaga del caporalato, particolarmente radicata nelle aree agricole della Marsica e del Fucino, si manifesta attraverso un complesso sistema di intermediazione illegale che sottrae i lavoratori alla protezione sindacale, li sottopone a condizioni di lavoro inaccettabili e li espone a gravi rischi per la salute e l’incolumità fisica. I rappresentanti sindacali hanno esplicitamente richiesto l’adozione di azioni concrete e strutturate, improntate alla collaborazione sinergica tra istituzioni, forze dell’ordine, associazioni datoriali e sindacati, per smantellare queste reti illegali e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.La segretaria Flai Cgil Abruzzo Molise, Nadia Rossi, ha sottolineato l’urgenza di un cambio di passo, sollecitando una maggiore partecipazione delle istituzioni e un impegno condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti. “I dati nazionali parlano di un esercito di 200.000 lavoratori sfruttati,” ha denunciato Rossi, “ma in Abruzzo persistono lacune significative nel monitoraggio del fenomeno. L’assenza di un quadro chiaro dei numeri ci impedisce di intervenire in modo mirato ed efficace.” L’attivazione e il potenziamento delle sezioni territoriali dell’INPS sono stati presentati come strumenti imprescindibili per contrastare il caporalato, tracciare il lavoro irregolare e fornire dati affidabili per la definizione di politiche di intervento.I dati provenienti dal settimo Rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto dipingono un quadro allarmante: nel 2024, il tasso di irregolarità nelle aziende agricole abruzzesi ha raggiunto il vertiginoso 68,4%, con un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente. Un dato che evidenzia l’urgenza di affrontare il problema con determinazione e tempestività.La segretaria Rossi ha esteso il focus della protesta ad altri settori economici, evidenziando come lo sfruttamento non sia circoscritto all’agricoltura, ma si manifesti anche nell’agroindustria, nell’alimentare artigianale e nella pesca. “Siamo qui all’Aquila, lontani dalla costa, ma i lavoratori imbarcati del nostro territorio vivono condizioni di precarietà analoghe e meritano risposte legislative adeguate e tempestive”. L’appello è quindi a un’azione coordinata e trasversale, capace di tutelare la dignità di tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore di appartenenza e dalla loro condizione giuridica.
Caporalato e Sfruttamento: Flai Cgil in Mobilitazione all’Aquila
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