Centuripe, crocevia del Futurismo: una mostra rivela il volto dimenticato dell’Avanguardia sicilianaIl suggestivo Antiquarium di Centuripe, incastonato nel cuore della Sicilia tra Enna e Catania, si appresta ad accogliere un evento culturale di notevole importanza: la mostra “Futurismo e Futuristi Siciliani”, curata da Simona Bartolena e inaugurata il 21 giugno. L’iniziativa non è solo una celebrazione di un movimento artistico rivoluzionario, ma anche un’occasione per riscrivere una narrazione storica che ha spesso marginalizzato il contributo fondamentale degli artisti siciliani al Futurismo.Il legame tra il Futurismo e la Sicilia è profondo e complesso. Figure seminali come Umberto Boccioni, nel loro percorso formativo, hanno trovato ispirazione e terreno fertile in quest’isola ricca di storia e tradizioni. La “scuola palermitana”, attiva tra il 1927 e il 1929, rappresentò un vero e proprio laboratorio di sperimentazione artistica, con protagonisti come Pippo Rizzo, testimoniando una vitalità creativa spesso trascurata dagli studi più consolidati.L’entusiasmo del ministro Nello Musumeci sottolinea come Centuripe si confermi polo culturale di primaria importanza, capace di proiettare l’attenzione su un capitolo cruciale della storia artistica siciliana. Gli artisti locali, spesso ignorati, hanno lasciato un’eredità di inestimabile valore, che la mostra si propone di restituire al dibattito critico e al pubblico.Oltre ai nomi più celebri come Balla e Boccioni, la mostra introduce al grande pubblico figure meno note, ma non per questo meno significative: Giulio D’Anna, Vittorio Corona e, in maniera inedita per la regione, opere di Fortunato Depero commissionate da committenti locali. Un corpus di circa quaranta dipinti, prevalentemente provenienti da collezioni private, rende l’esposizione un evento raro e prezioso.L’assessore ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato, esprime l’orgoglio dell’amministrazione per aver contribuito alla riscoperta del Futurismo siciliano, un’espressione artistica vibrante e allo stesso tempo poco esplorata. La mostra non si limita a ripercorrere le tappe iniziali del movimento, a partire dalla pubblicazione del celebre Manifesto del 1909, ma si concentra, in maniera innovativa, sui due decenni successivi, periodi cruciali per l’evoluzione del linguaggio futurista e spesso ingiustamente trascurati.La curatrice Simona Bartolena evidenzia la “sorprendente emarginazione” dalla storiografia ufficiale che ha caratterizzato questa seconda fase del Futurismo, un’esclusione alimentata da un rapporto complesso e spesso frainteso con il regime fascista. L’obiettivo della mostra è proprio quello di restituire dignità a questa fase dimenticata, rivelandone la ricchezza e la complessità.La struttura espositiva è organizzata in sezioni tematiche, che intrecciano riflessioni e narrazioni per esplorare non solo l’evoluzione del linguaggio artistico, ma anche temi di ampio respiro: il mito della città, il rapporto con il potere politico e le conseguenze delle due guerre mondiali sull’immaginario futurista siciliano.L’iniziativa, promossa dal Comune di Centuripe in collaborazione con Vidi e resa possibile dal contributo dell’assessorato ai Beni Culturali, si configura come un’occasione unica per approfondire un capitolo fondamentale della storia dell’arte italiana e per riscoprire il ruolo cruciale della Sicilia nel panorama futurista europeo. La mostra, aperta al pubblico dal 22 giugno al 4 novembre, offrirà un percorso espositivo ricco di suggestioni e spunti di riflessione per un pubblico ampio e diversificato.