Il 16 giugno 1944 resta una data scolpita nel tessuto della memoria genovese, un monito che risuona attraverso gli anni. A Sestri Ponente, in una cerimonia solenne e partecipata, si è rinnovato l’atto di commemorazione dell’ottantuno anniversario della deportazione di 1500 operai dalle fabbriche genovesi, un episodio cruento che rivela la brutalità del regime nazifascista e il ruolo attivo dei collaborazionisti locali. La presenza di autorità civili e militari, insieme ai rappresentanti delle istituzioni liguri, ha sottolineato l’importanza di questo anniversario per l’intera comunità.La celebrazione, iniziata con la Santa Messa nella Basilica di Nostra Signora Assunta, ha proseguito con la deposizione di corone e con i discorsi istituzionali che hanno cercato di restituire dignità e voce a coloro che furono strappati alle loro famiglie e al loro lavoro. Giacomo Ronzitti, presidente dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Francesco Quaglia, presidente dell’associazione dedicata al 16 giugno 1944, e le altre figure istituzionali presenti, hanno voluto riaffermare l’impegno a preservare la memoria di questi eventi, affinché non cadano nell’oblio.Il discorso del vicesindaco Alessandro Terrile ha rappresentato il tributo ufficiale di Genova, con un messaggio che ha voluto collegare il passato al presente. Non si è trattato solo di ricordare la deportazione, ma di contestualizzarla all’interno della più ampia lotta di liberazione. Il regime nazista, in connivenza con la Repubblica Sociale Italiana, prese di mira il movimento operaio, riconosciuto come uno dei principali motori della Resistenza attraverso scioperi, sabotaggi e l’aspirazione a un futuro di pace, libertà e democrazia. Il rastrellamento, meticolosamente orchestrato dal perfido prefetto Carlo Emanuele Basile – figura che sarebbe poi riemersa, con disonore, negli eventi del 30 giugno 1960 – rivela una strategia mirata a soffocare la voce della libertà. La ribellione del 30 giugno, con la partecipazione di operai, portuali e antifascisti, testimonia la resilienza e la determinazione di chi non dimenticò mai il sacrificio di coloro che non tornarono dai campi di concentramento.L’orazione commemorativa, scritta a quattro mani da Marco Pluviano e Irene Guerrini, ha arricchito ulteriormente la cerimonia, offrendo spunti di riflessione e approfondimento su un evento che incide profondamente nella storia di Genova e dell’Italia. La presenza del Procuratore Generale Enrico Zucca, dei consiglieri comunali e municipali, dei parenti dei deportati e di una vasta rappresentanza di cittadini, ha confermato la sensibilità e l’attaccamento alla memoria storica che anima la comunità genovese. Quest’anniversario non è solo un momento di lutto, ma un impegno a vigilare sulla fragilità della democrazia, a contrastare ogni forma di intolleranza e a perpetuare la fiamma della Resistenza, affinché il sacrificio degli operai deportati non sia vano. La memoria, in questo contesto, diviene un’arma potente contro l’oscurantismo e un faro che illumina il cammino verso un futuro di giustizia e libertà.
Genova ricorda la deportazione: 81° anniversario di un dolore mai dimenticato.
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