sabato, 14 Giugno 2025
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Giancarlo Siani: quarant’anni di memoria, impegno e riflessione.

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Quarant’anni. Un quarto di secolo e dieci inverni a Napoli, un tempo che si misura con la memoria di Giancarlo Siani, giornalista assassinato mentre raccontava la città, le sue ombre e le sue contraddizioni. La Stagione Teatrale 2025-2026, con la produzione scolastica “Giancarlo Siani cronista di strada” a cura di Peppe Celentano, non è una celebrazione, ma un’imperativa rilettura. Un atto di responsabilità culturale che mira a illuminare un passato ancora troppo denso di silenzi e incompiutezza.Alessandro Siani, in margine all’annuncio della stagione, ha espresso un dolore che va oltre il lamento superficiale, oltre le formule fatte. “Non bastano più le frasi retoriche”, ha affermato, perché la gravità di tali eventi trascende la retorica e richiede un approccio pragmatico, una ricerca attiva di soluzioni concrete. La persistenza della violenza, che ancora oggi macchia il territorio napoletano, non può essere relegata al passato; è un’eredità che interpella la comunità e impone un’azione consapevole.Siani, artista sensibile e acuto osservatore del reale, ha poi rivolto lo sguardo su un altro fenomeno dilagante: la disinformazione. Il suo spettacolo “Fake News” nasce dalla riflessione sulla celebre trasmissione radiofonica di Orson Welles, ma si estende a indagare l’odierna ondata di notizie false e manipolate che influenzano il nostro modo di percepire il mondo. In un’epoca dominata da algoritmi e bolle informative, la capacità di discernere la verità dalla menzogna diventa un’arma fondamentale per la difesa della democrazia.Il progetto “Io e te dobbiamo parlare”, il film realizzato con Leonardo Pieraccioni, si pone invece l’obiettivo di riconnettere il pubblico con l’esperienza collettiva del cinema. Un gesto di speranza, un tentativo di recuperare un luogo di incontro e di condivisione che rischia di scomparire. La nomination ai Nastri d’Argento, per Siani e Pieraccioni come migliori attori, rappresenta un riconoscimento importante, ma soprattutto un incentivo a continuare a sperimentare e a proporre spettacoli che stimolino il pensiero critico e la risata, strumenti potenti per affrontare le sfide del nostro tempo. L’arte, in definitiva, non è evasione, ma impegno: un faro che illumina la strada verso un futuro più giusto e consapevole.

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