La scomparsa del Papa avvenuta nel periodo pasquale rivela la sua autentica vocazione a servire l’umanità fino alla fine, come indicato nella parabola evangelica di Gesù e gli apostoli. Questo tratto distintivo della sua esistenza è stato oggetto di osservazione personale da parte del Vescovo Gianfranco De Luca, che lo ha conosciuto durante il suo incarico a Termoli-Larino (1998-2016). Il Papa Francesco, infatti, si è reso protagonista di innumerevoli gesta e azioni ispirate al desiderio di vivere tra la gente, un principio alla base del suo pontificato. Quest’aspetto della sua personalità rischia di essere misconosciuto se non lo conserviamo con cura nel cuore e nelle azioni delle nostre comunità ecclesiali, cosi come raccomanda Monsignor De Luca. Il Vescovo ricorda che proprio all’inizio del suo pontificato il Papa ha chiesto esplicitamente di essere benedetto dal popolo di Dio, un gesto che sottolinea la sua volontà di vivere per e con gli altri.Nel ricordare questo tratto distintivo del personaggio, Monsignor De Luca non dimentica anche il merito che a suo parere il Papa deve alle sue radici cristiane. Per lui si trattava di accogliere la vita dell’Eterno Padre come dono speciale. Il Vescovo ricorda quindi un ringraziamento per averci fatto donare l’incarico alla sua Persona e che è nostra responsabilità conservarlo nella memoria dell’intera comunità ecclesiale.Il messaggio del Papa era stato forte: ha cercato di fare rinascere la Chiesa in base, facendo in modo che il popolo non si isoli tra mura sacre, ma continui a essere il cuore pulsante della vita cristiana. A suo avviso è necessario tenerlo vivo e ricordarlo con gratitudine e rispetto.
L’ultima lezione di Papa Francesco: vivere per e con gli altri, come desiderio di Gesù.
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