La decisione della Procura di Verbania, con l’accoglimento della richiesta avanzata dal giudice Gianni Macchioni, segna una svolta significativa nel complesso iter giudiziario che riguarda la tragedia del Mottarone. L’esclusione del capo di imputazione relativo all’attentato alla sicurezza dei trasporti, aggravato dalla calamità, rivela una ridefinizione strategica dell’approccio accusatorio, che riflette una valutazione più puntuale delle responsabilità e delle dinamiche che hanno portato al crollo della teleferica.Questa riformulazione non implica una diminuzione della gravità delle accuse, bensì una loro precisazione, un’analisi più dettagliata delle specifiche azioni o omissioni che hanno contribuito alla catastrofe. Il rifiuto di inquadrare l’evento come “attentato” suggerisce l’assenza di un dolo intenzionale o di un’azione deliberata volta a compromettere la sicurezza pubblica, spostando l’attenzione verso possibili negligenze, errori procedurali, difetti strutturali o inadeguatezze nella gestione e manutenzione dell’impianto.La decisione, lungi dall’essere un semplice rinvio, apre a una fase di approfondimento delle indagini e di revisione degli elementi di prova. Il rinvio dell’udienza al 18 settembre offre tempo per consentire alla Procura e alla difesa di adattare le proprie strategie alla luce di questa nuova cornice accusatoria. È probabile che si concentrino ora su accuse relative a specifiche violazioni di normative sulla sicurezza, omessa vigilanza, disattenzione nella gestione del rischio e, potenzialmente, responsabilità per falso in atti, qualora emergessero irregolarità nella documentazione relativa alla manutenzione e ai controlli dell’impianto.La tragedia del Mottarone ha messo a nudo non solo una serie di errori tecnici e procedurali, ma anche profonde lacune nella cultura della sicurezza e nella supervisione delle infrastrutture critiche. La ridefinizione dei capi d’imputazione, pur non attenuando la gravità del lutto e della responsabilità, apre la strada a una riflessione più ampia sulle cause strutturali della catastrofe, che vanno ben oltre le singole azioni individuali. La speranza è che questo processo giudiziario, con la sua nuova direzione, possa portare a una piena luce delle responsabilità, a un risarcimento adeguato per le famiglie delle vittime e, soprattutto, a cambiamenti significativi nella progettazione, gestione e controllo degli impianti di trasporto a fune, per evitare che simili tragedie si ripetano. La ricerca della verità e la giustizia, in questo caso, si coniugano con l’imperativo di garantire la sicurezza di tutti.
Mottarone, svolta nell’indagine: escluso l’attentato, focus sulla negligenza.
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