sabato, 14 Giugno 2025
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Sequestro da 5 milioni: Finanze e Procura smascherano schema fraudolento a Marano.

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Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Procura di Napoli Nord ha portato al sequestro preventivo e, successivamente, all’applicazione di un sequestro equivalente finalizzato alla confisca, per un valore complessivo superiore ai cinque milioni di euro, nei confronti di cinque individui – tra amministratori delegati e figure dirigenziali – e due società operanti nel settore della ristorazione, bar e pasticceria a Marano di Napoli. L’inchiesta, coordinata dal facente funzioni di procuratore Anna Maria Lucchetta, rivela un sofisticato schema di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, volto a eludere i controlli fiscali e sottrarre risorse al patrimonio pubblico.L’indagine, protrattasi per diversi mesi, ha permesso di ricostruire un complesso meccanismo di trasferimento di beni aziendali. I vertici delle società in crisi, formalmente dichiarate fallite e progressivamente svuotate delle loro risorse, avrebbero orchestrato un sistema per deviare il patrimonio verso due ditte “gemelle”, apparentemente indipendenti ma in realtà legate agli stessi soggetti. Questo trasferimento fraudolento di asset, denominato “asset stripping,” mirava a nascondere la reale situazione finanziaria delle società in difficoltà, consentendo agli indagati di continuare l’attività commerciale sotto una veste nuova, evitando così il pagamento di imposte e contributi dovuti all’Erario.L’analisi finanziaria condotta dalla Guardia di Finanza ha evidenziato una miriade di operazioni opache, tra cui la contabilizzazione di false fatture, la manipolazione dei registri contabili e la creazione di società “spettro” utilizzate come veicoli per riciclare il denaro proveniente dall’evasione fiscale. Gli inquirenti contestano agli indagati non solo la bancarotta fraudolenta, ma anche il reato di autoriciclaggio, ovvero l’utilizzo di denaro illecitamente sottratto per alimentare nuove attività commerciali.Il sequestro preventivo di 1,534 milioni di euro ha interessato i complessi aziendali dirottati, mentre il successivo sequestro equivalente finalizzato alla confisca, per un valore di 3,47 milioni di euro, mira a colpire il patrimonio accumulato attraverso l’attività illecita. Questa misura rientra in una strategia più ampia, promossa dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, volta a contrastare le attività economiche illegali che minano la stabilità del territorio e danneggiano le finanze pubbliche. L’impegno congiunto con la Guardia di Finanza si configura come un baluardo contro l’erosione del sistema economico-fiscale, mirando a tutelare gli interessi della collettività e a garantire un equo sistema di contribuzione. L’operazione sottolinea l’importanza di una vigilanza costante e di un’azione investigativa incisiva per combattere i fenomeni di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, fattori che alimentano l’economia sommersa e compromettono la trasparenza del mercato.

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