Nuova opportunità per la riduzione, si valuta la possibilità di riapertura.

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05 febbraio 2024 – 12:13

Il governo sta valutando l’ipotesi di una riapertura dei termini per la rottamazione quater, dando così un’altra possibilità a coloro che hanno aderito ma non hanno pagato le prime due rate scadute lo scorso anno. Questa modifica potrebbe essere inserita come emendamento al decreto Milleproroghe e rappresenterebbe un secondo salvataggio per chi è decaduto dalla definizione agevolata. Secondo questa nuova proposta, si darebbe tempo fino al 28 febbraio per pagare le prime due rate scadute il 31 ottobre e il 30 novembre 2023, permettendo così di essere riammessi alla rottamazione. È importante sottolineare che la normativa prevede la perdita dei benefici della definizione agevolata in caso di mancato, insufficiente o tardivo pagamento (superiore ai 5 giorni). Nel mese di dicembre, con il decreto anticipi, il governo aveva già concesso una mini-riapertura dei termini fino all’18 dicembre per pagare senza sanzioni né interessi di mora. Attualmente sono tre milioni i contribuenti che hanno presentato domanda per la rottamazione quater, con la possibilità di pagare in un’unica soluzione entro il 31 ottobre 2023 o in massimo 18 rate consecutive. Le prime due rate sono quelle più consistenti e corrispondono al 10% dell’intero importo; le successive devono essere pagate entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno e hanno lo stesso importo.Ma non è tutto, il decreto Milleproroghe potrebbe prevedere anche altri salvagenti fiscali. Sono stati presentati una serie di emendamenti identici da parte di Fi, Lega e Iv che chiedono di concedere tempo fino al 31 marzo 2024 per completare la regolarizzazione prevista dal ravvedimento speciale sulle dichiarazioni dei redditi. Inoltre, la Lega ha proposto di sospendere per altri 6 mesi, da giugno a dicembre 2024, le sanzioni per coloro che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale contro il Covid tra gennaio e giugno 2022.Questi interventi sono in linea con l’obiettivo del governo di dare un nuovo volto al sistema fiscale italiano. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, afferma che si sta cercando di realizzare una riforma fiscale che instauri una collaborazione con i cittadini e critica l’Europa chiedendo un cambio di approccio. Giorgetti fa riferimento al dibattito sulla produzione di Stellantis, ma sottolinea che è necessario determinare le dinamiche che riattivino la crescita in Europa. Nel 2023, infatti, l’Europa si è fermata a un modesto +0,5% mentre l’Italia ha raggiunto lo 0,7%.Tuttavia, le prospettive dell’economia italiana sono esposte a molteplici rischi sfavorevoli secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che ha rivisto al ribasso le stime di crescita. Nel 2023 si è registrato un +0,7% (che potrebbe risultare leggermente inferiore nella stima definitiva dell’Istat a marzo), per il 2024 la previsione è del +0,8% e per il 2025 del +1,1%. Il deterioramento del contesto internazionale è uno dei principali fattori negativi, ma il robusto recupero degli scambi internazionali previsto per il 2024 potrebbe dare una spinta al Pil. Tutto dipenderà dall’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e da un graduale allentamento della politica restrittiva della Banca Centrale Europea (Bce), che sono le ipotesi alla base delle previsioni dell’Upb.

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