Sono 66 i Comuni che andranno al voto. Continua, infatti, regolarmente il mandato dei Consigli comunali del Comune di Ayas (eletto il 15 maggio 2016), dei Comuni di Arnad, Issime e Valsavarenche (eletti il 7 maggio 2017), del Comune di Courmayeur (eletto il 26 novembre 2017), del Comune di Valtournenche (eletto il 20 maggio 2018) e del Comune di Gaby (eletto l’11 novembre 2018). Dal novero dei consigli comunali da rinnovare è escluso il Comune di Saint-Pierre, affidato in gestione a una Commissione straordinaria, ai sensi dell’articolo 143 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
Qualora nel primo turno di votazione, fissato per domenica 17 maggio 2020, si verifichi il caso previsto dagli articoli 53, comma 4, e 56, comma 1, della legge regionale 4/1995, il turno di ballottaggio è calendarizzato per domenica 31 maggio 2020. Si rammenta che, ai sensi della legge regionale 4/1995, il ballottaggio è previsto in tutti i Comuni nel caso in cui i candidati Sindaci ottengano, al primo turno, un numero pari di voti e nel Comune di Aosta nel caso in cui nessun candidato Sindaco ottenga, al primo turno, la maggioranza assoluta (50 + uno) dei voti validi.
Alberta Ferretti per l’autunno inverno 2020-2021 combina magistralmente l’essenza mascolina ad un’iper-femminilità che non lascia spazio a nessun equivoco di genere. Oggi è lei “che non deve chiedere mai” e lo dimostra senza timore e senza paura di essere fraintesa o giudicata. La sua non è un’uniforme nella quale può sentirsi forte, non è una corazza con la quale vuole difendersi o definirsi, ma è un inno alla femminilità più controversa e proprio per questo motivo più intima e ricercata.
Alberta Ferretti, Autunno-Inverno 2020/2021
La collezione: una garbata sfrontatezza mai in bilico
Gli anni’80 sono gli assoluti interpreti di uno stile rivisitato in chiave chic. I capi spalla sono rubati dal vestiario maschile, così come le giacche a doppio petto. La cintura, che segna la vita e rimarca le forme più meno nascoste dai capi volutamente morbidi, si trasforma in un accessorio decisivo capace di restituire giustizia alla siluette della donna. Quella di Alberta Ferretti è una femmina che si concede una mascolinità raffinatamente glamour; ma è anche in grado di sfoggiare con fierezza abiti capaci di dare lustro ad una solo apparente fragilità. Eleganza e romanticismo si coniugano, così, ad una garbata sfrontatezza mai in bilico, capace di dare lustro ad una donna contemporanea.
Alberta Ferretti, Autunno-Inverno 2020/2021
Stampe, tessuti, colori e volumi
Anche le stampe e i tessuti, spesso, sono presi in prestito dall’alta sartoria maschile, ma egregiamente privati da qualsiasi alone di machismo. Gli ampi volumi – alle volte strutturati e altre volte caratterizzati da leggeri tessuti – si concedono ricami e ruches in perfetto contrasto con le “Top Gun” precedentemente proposte. In questo match improntato sulla dualità in opposizione, la palette di colori riesce a calibrare i due differenti animi sottolineandone le caratteristiche di ognuno. Grigio e nero si fondono all’argento, mentre tocchi di rosso, viola e blu spiccano come fari nella nebbia. Molto interessanti i total look, declinati nelle tinte sopra citate. Grande protagonista è anche l’oro, usato a contrasto negli accessori/dettagli e in contrapposizione all’insieme.
Alberta Ferretti per l’autunno inverno 2020-2021 combina magistralmente l’essenza mascolina ad un’iper-femminilità che non lascia spazio a nessun equivoco di genere. Oggi è lei “che non deve chiedere mai” e lo dimostra senza timore e senza paura di essere fraintesa o giudicata. La sua non è un’uniforme nella quale può sentirsi forte, non è una corazza con la quale vuole difendersi o definirsi, ma è un inno alla femminilità più controversa e proprio per questo motivo più intima e ricercata.
Alberta Ferretti, Autunno-Inverno 2020/2021
La collezione: una garbata sfrontatezza mai in bilico
Gli anni’80 sono gli assoluti interpreti di uno stile rivisitato in chiave chic. I capi spalla sono rubati dal vestiario maschile, così come le giacche a doppio petto. La cintura, che segna la vita e rimarca le forme più meno nascoste dai capi volutamente morbidi, si trasforma in un accessorio decisivo capace di restituire giustizia alla siluette della donna. Quella di Alberta Ferretti è una femmina che si concede una mascolinità raffinatamente glamour; ma è anche in grado di sfoggiare con fierezza abiti capaci di dare lustro ad una solo apparente fragilità. Eleganza e romanticismo si coniugano, così, ad una garbata sfrontatezza mai in bilico, capace di dare lustro ad una donna contemporanea.
Alberta Ferretti, Autunno-Inverno 2020/2021
Stampe, tessuti, colori e volumi
Anche le stampe e i tessuti, spesso, sono presi in prestito dall’alta sartoria maschile, ma egregiamente privati da qualsiasi alone di machismo. Gli ampi volumi – alle volte strutturati e altre volte caratterizzati da leggeri tessuti – si concedono ricami e ruches in perfetto contrasto con le “Top Gun” precedentemente proposte. In questo match improntato sulla dualità in opposizione, la palette di colori riesce a calibrare i due differenti animi sottolineandone le caratteristiche di ognuno. Grigio e nero si fondono all’argento, mentre tocchi di rosso, viola e blu spiccano come fari nella nebbia. Molto interessanti i total look, declinati nelle tinte sopra citate. Grande protagonista è anche l’oro, usato a contrasto negli accessori/dettagli e in contrapposizione all’insieme.
Intervista a Davide Mosca che vestirà i panni di Pierre d’Introd consorte di Caterina LXXII
Chi è Pierre LXXII? Mi chiamo Davide Mosca, ho 55 anni e sono cresciuto a Verrès. Mi sono laureato in architettura al Politecnico di Torino in cui mi sono specializzato in beni architettonici ed ambientali. Ventidue anni fa mi sono trasferito in Irlanda dove vivo e lavoro nel mio studio di architettura: Davide Mosca Design. Ho iniziato a partecipare al Carnevale come uomo d’armi nel 1981, con mio fratello Stefano, in occasione della partecipazione di mio Papà, Bruno Mosca, che ha impersonato Pierre XXXIII. Per 4 anni ho partecipato come uomo d’armi poi per 21 anni ho fatto parte del Gruppo dei Cavalieri di Caterina. Sono sposato con Linda e sono papà di tre bambini: Luca di 10 anni, Marco di 9 ed Elisa di 7, frequentano tutti una scuola gaelica. Faccio parte del direttivo della Camera di Commercio di Killarney, la cittadina in cui risiedo. Amo il calcio ed al momento alleno una squadra calcistica di under 11, la Killarney Celtic.
Cosa ti ha spinto a proporti e ad accettare questo ruolo? Lo scorso anno, prima di Natale, ho parlato con mio fratello che mi ha ricordato quanto siamo legati al Carnevale, essendo via da parecchio tempo ero un po’ fuori dal giro. Riflettendo sulla chiacchierata con Stefano ho telefonato a Susy Vallino, Presidente del Comitato del Carnevale Storico di Verrès, ed ho dato la mia disponibilità ad interpretare Pierre d’Introd LXXII, dopodiché Daniela mi ha chiamato ed il resto è storia….
E’ stato complicato interagire nell’organizzazione senza essere presente? In teoria avrebbe dovuto essere difficilissimo essendo così distante, in realtà è stato facilissimo grazie all’aiuto di Daniela, di Susy Vallino e del mio uomo d’armi Andrea Stevenin. Il mio compito più difficile è organizzare il Gruppo di Irlandesi, all’incirca 45 persone, che scenderanno per il Carnevale. Ho prenotato gli hotel programmando gli spostamenti da e per gli aeroporti, poi ho cercato un locale dove i miei compaesani potessero vedere in TV il torneo di rugby delle 6 nazioni (Irlanda, Italia, Galles, Inghilterra, Francia e Scozia) che si terrà domenica 23 febbraio. Alle 16,00 giocheranno Inghilterra-Irlanda, partita per loro molto importante ed imperdibile!
Come hai vissuto il pre carnevale dall’Irlanda? Tramite telefonate, videochiamate e con tantissimi messaggi con Daniela, Andrea, Susy ed altre persone. Con lo spirito ero con loro ad ogni evento e Daniela mi ha portato ovunque sotto forma di immagine con un mio primo piano in formato quasi reale!
Hai ricevuto direttamente od indirettamente critiche ed elogi per la tua scelta? Ho ricevuto molte telefonate da persone che non sentivo da tantissimo tempo. Un vero tuffo nel passato! Mi ha chiamato anche il mio parroco, Don Giuseppe, che adesso è fuori valle ma che è stato per molti anni alla parrocchia di Verrès. Mi sono emozionato tantissimo a sentire tutte queste persone vicine e non vedo l’ora di vederle!
Parlaci del progetto di portare il Carnevale storico nel tuo paese. Stiamo progettando con Susy Vallino, Presidente del Comitato del Carnevale Storico ed il Presidente della Camera di Commercio di Killarney, che sarà presente anche al carnevale qui a Verrès, di portare il Gruppo Storico in Irlanda in occasione dei festeggiamenti per San Patrizio. I festeggiamenti si terranno però già il 17 di marzo ed è complicatissimo organizzare tutto in così breve tempo, ma ci stiamo provando. Se non ci riusciamo sarà per il 2021!
Parlaci della contessa. Sapevo chi era Daniela, ovviamente, ma non ci siamo mai conosciuti, ero più amico delle sorelle Roberta e Stefania. Daniela è una persona fantastica, disponibile gentile ed organizzatissima, non lascia nulla al caso. Non ce l’avrei mai fatta senza di lei!
Dacci un buon motivo per partecipare a questo carnevale. Per quel che è il Carnevale! Il Carnevale crea un’atmosfera meravigliosa, è condivisione di momenti speciali con la partecipazione di quasi tutta la comunità e ti fa sentire parte di essa anche per chi, come me, vive da molti anni all’estero. Magari quest’anno sarà l’occasione buona anche per impratichirsi con l’inglese!
Partenza col botto per il 110 Carnevale Storico di Pont Saint Martin: 850 mini comparse, provenienti delle scuole materne ed elementari dei Prati Nuovi e della bassa Valle, hanno segnato il debutto dell’edizione 2020 della manifestazione.
Un vero e proprio successo di pubblico e di colori per il primo appuntamento in programma nel pomeriggio di martedì 20 febbraio nell’ambito dei festeggiamenti del Carnevale Storico, se si esclude ovviamente la presentazione in Comune, avvenuta in mattinata, del francobollo e dell’annullo postale commemorativo del 110° anniversario. A spanne circa 4000 persone hanno popolato la piazza IV novembre per la l’VIII° Mini Carnevale Storico impersonato dai bimbi che nel “loro” Carnevale hanno i pifferi, la banda musicale, le guardie romane e addirittura un mini rogo del Diavolo. Ad accompagnarli i personaggi storici, i “grandi” ovviamente, della passata edizione e tutte le maestre. Un tripudio di colori, per un’iniziativa che anno dopo anno cresce sempre più a tal punto che l’appuntamento è diventato un Carnevale nel Carnevale. “Ci sono bambini bellissimi, di sei etnie diverse” ci tiene a sottolineare la storica e giornalista Margherita Barsimi che quest’anno ha realizzato assieme a Cleta Yeuillaz e a Fulvio Vergnani un libro sugli ultimi dieci anni della manifestazione. E aggiunge: “Ci sono anche bambini indiani ed orientali: dobbiamo essere orgogliosi del nostro Carnevale perché è una festa che unisce”.
Giovedì 20 febbraio, nel pomeriggio, ad Issogne, si sono svolte le esequie della professoressa Vilma Francesca Jacquin, personaggio molto noto in tutta la Valle d’Aosta, sia per il suo impegno nel sociale come volontaria dell’associazione di sostegno ai carcerati di Brissogne, sia per il suo passato come dirigente scolastico. Amante dei viaggi (era appena stata in Vietnam, due mesi fa circa) e della montagna, era sposata con Enzo Cout, in passato anche assessore regionale alla Sanità nelle file della Sinistra ed apprezzato titolare di una falegnameria ad Issogne. Lascia i figli Diana e Umberto e i nipotini Martina ed Edoardo. Il cancro ha purtroppo avuto la meglio su Vilma e l’ha portata via ai suoi cari e amici all’età di 73 anni.
La direzione e la redazione di citynotizie.it esprimono il loro profondo cordoglio per la scomparsa di Vilma e porgono le più sentite condoglianze al marito Enzo e ai figli Diana ed Umberto.
Non sono ormai una novità nel territorio eporediese, anzi, le Ciucarole dla Pauta si stanno contraddistiguendo dal lontano 2011 per la voglia di divertirsi e far divertire con i loro eventi benefici rivolti ai più bisognosi. Si tratta di un gruppo di ragazze, o meglio di amiche, accumunate dalla stessa passione per il Carnevale e i colori giallo e rosso che corrispondo all’associazione “Diavoli Aranceri”.
Non sono ormai una novità nel territorio eporediese, anzi, le Ciucarole dla Pauta si stanno contraddistiguendo dal lontano 2011 per la voglia di divertirsi e far divertire con i loro eventi benefici rivolti ai più bisognosi. Si tratta di un gruppo di ragazze, o meglio di amiche, accumunate dalla stessa passione per il Carnevale e i colori giallo e rosso che corrispondo all’associazione “Diavoli Aranceri”.
Gucci: addio alla passerella… sostituita da un gigantesco carillon. È un’intimità svelata che scava nel profondo la presentazione della collezione Gucci dedicata all’autunno inverno 2020-2021. La passerella è sostituita da un gigantesco carillon all’interno del quale gli addetti ai lavori – nessuno escluso – si adoperano per vestire, truccare e preparare le modelle e i modelli. Tutto sotto gli occhi di tutti. Il tempo ritmato da un gigantesco metronomo in led scandisce il lento correre del tempo; mentre lo spettatore veste i panni di un ignaro e inconsapevole voyeur.
GUCCI: ADDIO alla PASSERELLA… sostituita da un gigantesco carillon
Scacco matto allo show
Alessandro Michele per Gucci ribalta così i classici canoni di presentare una collezione di moda mettendo in risalto i preamboli e l’atto della preparazione, piuttosto che dare importanza al momento della sfilata. Ecco che i ruoli s’invertono: proprio quando tutto deve avere inizio, in realtà termina. È uno scacco matto allo show, potrebbe pensare qualcuno, ma come diceva lo scrittore Gotthold Ephraim Lessing: “L’attesa del piacere non è essa stessa il piacere?”
Fellini, il Boléro e il sottile confine dei generi
A dare la carica, fisicamente e virtualmente, all’enorme scatola armonica è la voce di Fellini: la sua dichiarazione d’amore nei confronti del cinema risuona come un’affermazione capace di riflettere un intimo e privato rapporto con se stessi e con la propria passione; qualsiasi essa sia.
Le note de il Boléro, del compositore Maurice Ravel, marcano e rimarcano il crescente atto della vestizione delle indossatrici e degli indossatori; in un susseguirsi irrefrenabile di capi e di accessori che si legano tra loro costruendo l’estro dello stilista.
Il confine tra lui è lei è sempre più sottile: alle volte marcatamente languido; altre, invece, prepotentemente velato.
I pezzi forte della collezioni
Protagonisti di questa collezione sono i velluti, gli anni’70, i colori accesi, le trasparenze, i colli e le maniche vittoriane, le balze, i maglioni che diventano sciarpe, le scarpe da barca, le gonne di tulle e i calzettoni al ginocchio in combinazione con i mocassini.
Bon ton e sregolatezza si fanno portavoce di uno stile che non accetta le mezze misure; passato e futuro si combinano in un gioco di volumi che concede a chiunque di sentirsi, a suo modo, principessa o re dei giorni nostri o del proprio tempo.
GUCCI: ADDIO alla PASSERELLA… sostituita da un gigantesco carillon
Gucci: addio alla passerella… sostituita da un gigantesco carillon. È un’intimità svelata che scava nel profondo la presentazione della collezione Gucci dedicata all’autunno inverno 2020-2021. La passerella è sostituita da un gigantesco carillon all’interno del quale gli addetti ai lavori – nessuno escluso – si adoperano per vestire, truccare e preparare le modelle e i modelli. Tutto sotto gli occhi di tutti. Il tempo ritmato da un gigantesco metronomo in led scandisce il lento correre del tempo; mentre lo spettatore veste i panni di un ignaro e inconsapevole voyeur.
GUCCI: ADDIO alla PASSERELLA… sostituita da un gigantesco carillon
Scacco matto allo show
Alessandro Michele per Gucci ribalta così i classici canoni di presentare una collezione di moda mettendo in risalto i preamboli e l’atto della preparazione, piuttosto che dare importanza al momento della sfilata. Ecco che i ruoli s’invertono: proprio quando tutto deve avere inizio, in realtà termina. È uno scacco matto allo show, potrebbe pensare qualcuno, ma come diceva lo scrittore Gotthold Ephraim Lessing: “L’attesa del piacere non è essa stessa il piacere?”
Fellini, il Boléro e il sottile confine dei generi
A dare la carica, fisicamente e virtualmente, all’enorme scatola armonica è la voce di Fellini: la sua dichiarazione d’amore nei confronti del cinema risuona come un’affermazione capace di riflettere un intimo e privato rapporto con se stessi e con la propria passione; qualsiasi essa sia.
Le note de il Boléro, del compositore Maurice Ravel, marcano e rimarcano il crescente atto della vestizione delle indossatrici e degli indossatori; in un susseguirsi irrefrenabile di capi e di accessori che si legano tra loro costruendo l’estro dello stilista.
Il confine tra lui è lei è sempre più sottile: alle volte marcatamente languido; altre, invece, prepotentemente velato.
I pezzi forte della collezioni
Protagonisti di questa collezione sono i velluti, gli anni’70, i colori accesi, le trasparenze, i colli e le maniche vittoriane, le balze, i maglioni che diventano sciarpe, le scarpe da barca, le gonne di tulle e i calzettoni al ginocchio in combinazione con i mocassini.
Bon ton e sregolatezza si fanno portavoce di uno stile che non accetta le mezze misure; passato e futuro si combinano in un gioco di volumi che concede a chiunque di sentirsi, a suo modo, principessa o re dei giorni nostri o del proprio tempo.
GUCCI: ADDIO alla PASSERELLA… sostituita da un gigantesco carillon
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