Nel cuore pulsante di Perugia, in corso Vannucci, si è inaugurato un nuovo punto di riferimento: il gazebo “Gaza”, opera della Fondazione Perugia Assisi per la Cultura della Pace.
Questo spazio, più che una semplice struttura temporanea, rappresenta un grido di allarme, un monito contro la disumanità che affligge il mondo e si concretizza, ogni istante, nella sofferenza di Gaza.
Flavio Lotti, presidente della Fondazione, ha denunciato con forza come Gaza sia divenuta il simbolo tangibile di una violenza globale, un dramma che non può essere ignorato.
Il gazebo è concepito come un’area di libertà, un baluardo per la democrazia e un motore di resistenza, dove la cittadinanza è chiamata a esprimersi, a donare e a firmare, rompendo il silenzio che, secondo Lotti, è esso stesso una forma di complicità.
L’iniziativa si inserisce nel contesto di una più ampia mobilitazione, culminante nella riproposizione della Marcia Perugia Assisi per la Pace e la Fraternità, fissata per il 12 ottobre.
La data, a breve termine ma al contempo lontana, sottolinea l’urgenza di un’azione immediata, necessaria per colmare il divario tra l’auspicio e la realizzazione.
La strada, simbolo di cammino e di condivisione, è il luogo fisico e metaforico dove la comunità è chiamata a riunirsi e a far sentire la propria voce.
La Fondazione Perugia Assisi lancia un appello pressante ai vertici istituzionali – Comuni, Province, Regione e Governo – invocando un intervento concreto e risolutivo.
L’inerzia, la passività, sono considerate un atto di responsabilità condivisa.
Viene sollecitato un’azione di salvataggio su larga scala, una risposta urgente e umanitaria di fronte alla crescente tragedia.
Un documento programmatico, disponibile per i cittadini, delinea quindici proposte concrete rivolte al Governo italiano, tra cui l’invio di navi da soccorso cariche di aiuti umanitari, il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’attuazione di un piano d’azione volto a porre fine al genocidio in corso e a terminare l’occupazione israeliana.
Queste proposte non sono semplici richieste, ma la traduzione di un impegno profondo e di una visione di giustizia globale.
Un pensiero di gratitudine è stato rivolto a coloro che hanno partecipato alla flottiglia umanitaria, impegnata a spezzare il blocco di Gaza.
La Fondazione Perugia Assisi si impegna a seguire da vicino l’evolversi della situazione, ma sottolinea la necessità di andare oltre la semplice dichiarazione di intenti, spingendo il Governo italiano a tradurre in azioni concrete gli obblighi umanitari e i principi di giustizia internazionale.
La speranza è che la voce di Perugia, amplificata dalla comunità internazionale, possa finalmente portare sollievo e speranza per il futuro di Gaza.