L’Umbria si pone all’avanguardia nazionale nell’ambito della tutela della salute pubblica e della salvaguardia delle risorse idriche, implementando un sistema di monitoraggio continuo delle acque potabili finalizzato a rilevare la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), comunemente note come “inquinanti eterni”.
L’iniziativa, presentata dall’assessore regionale all’ambiente, Thomas De Luca, rappresenta una risposta proattiva a una sfida complessa, anticipando di diversi anni le disposizioni normative nazionali previste per il 2026.
Il protocollo d’intesa siglato coinvolge attivamente le Unità Sanitarie Locali (Usl) Umbria 1 e 2, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) Umbria, l’Autorità di Bacino Umbria (AURI) e i gestori degli acquedotti, delineando un processo di controllo duplice, con campionamenti ripetuti e analisi incrociate per garantire l’affidabilità dei dati.
Questa architettura di controllo rafforzata è particolarmente cruciale per le aree più vulnerabili, come la Conca Ternana, storicamente esposte a rischi di contaminazione.
L’impegno dell’Umbria si inserisce in un contesto europeo che impone una crescente accuratezza nella rilevazione di inquinanti emergenti, conseguenza di decenni di attività antropiche che hanno disseminato queste sostanze persistenti a livello globale.
La Regione ha formalmente sollecitato il governo nazionale a promuovere l’eliminazione progressiva dei PFAS, promuovendo alternative più sicure nei settori produttivi.
Il decreto legislativo 18/2023, recentemente aggiornato, ha già introdotto limiti e procedure di controllo a livello nazionale, ma l’iniziativa umbra dimostra una volontà di andare oltre, abbracciando una visione di prevenzione e trasparenza.
Il sistema di monitoraggio, avviato in via operativa e destinato a raggiungere piena funzionalità entro gennaio 2025, non si limita alla verifica della conformità normativa, ma si configura come un investimento strategico per la resilienza idrica del territorio e per la promozione di un’immagine regionale basata sulla sicurezza e la qualità delle risorse.
Entro la primavera del 2025 sarà operativo il laboratorio ARPA Umbria di Amelia, dotato di tecnologie avanzate per l’analisi rapida e indipendente dei campioni, assicurando la tracciabilità completa dei dati.
La portata dell’iniziativa è significativa: oltre 440 zone di fornitura idrica saranno oggetto di centinaia di controlli interni ed esterni annuali, coinvolgendo 92 comuni.
Questo sforzo congiunto mira a generare dati pubblici, trasparenti e accessibili a tutti, permettendo all’Umbria di affermare con cognizione di causa la sicurezza e la qualità dell’acqua distribuita.
L’iniziativa non è solo un atto di responsabilità ambientale e sociale, ma anche un fattore di sviluppo economico e turistico, contribuendo a costruire un futuro più sostenibile per la regione.







