L’impulso popolare per una riforma del sistema referendario italiano ha recentemente assunto una nuova fase con la presentazione, presso la Corte di Cassazione il 5 giugno, di una proposta di legge costituzionale mirata all’eliminazione del quorum nei referendum abrogativi. L’iniziativa, promossa dal comitato “Basta quorum!”, composto da cittadini attivi, solleva una questione cruciale: la vitalità e l’effettiva espressione della sovranità popolare nel panorama democratico contemporaneo.Il nodo centrale della proposta risiede nell’abrogazione dell’articolo 75 della Costituzione, che attualmente impone una soglia minima di affluenza per la validità del referendum abrogativo. I promotori sostengono che il mantenimento di questa clausola costituzionale, in realtà, svuolisce di significato l’istituto referendario, riducendolo a una mera formalità. L’effetto perverso è duplice: da un lato, disincentiva la partecipazione dei cittadini, generando un circolo vizioso di disinteresse e alienazione; dall’altro, trasforma l’astensione – un diritto fondamentale – in un’arma strategica nelle mani di minoranze politiche capaci di manipolare il risultato a proprio vantaggio.Mario Staderini, figura chiave nella campagna per l’introduzione della firma digitale per i referendum e coordinatore del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che si preannuncia una battaglia cruciale per l’interpretazione del sistema elettorale italiano, incarna lo spirito di innovazione e perseveranza che anima il comitato “Basta quorum!”. A lui si affiancano Stephan Lausch e Alex Marini, pilastri di associazioni dedite alla promozione dei diritti politici come “Iniziativa per più democrazia” (Bolzano) e “Più democrazia in Trentino”, e Lorenzo Mineo, tesoriere del movimento panaeuropeo Eumans, a testimonianza di un’ampia convergenza di sensibilità civiche.La proposta, concisa e diretta, si articola in un solo articolo che mira all’eliminazione del requisito di quorum. Il percorso per l’approvazione parlamentare richiede la raccolta di 50.000 firme, raccoglibili tramite la piattaforma online del Ministero della Giustizia, accessibile con SPID, CIE o CNS (https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/3900018).La critica al quorum non è una questione meramente tecnica, ma un profondo interrogativo sul significato della democrazia rappresentativa e partecipativa. L’attuale sistema, ereditato da un contesto storico profondamente diverso – quando l’affluenza era elevatissima e l’astensione comportava sanzioni – appare anacronistico alla luce dei moderni livelli di partecipazione elettorale, spesso inferiori al 50%, come dimostrato dalle recenti elezioni europee, regionali e comunali. Eliminare il quorum significherebbe restituire al referendum la sua funzione originaria: uno strumento di espressione diretta della volontà popolare, un antidoto contro la distanza tra governanti e governati, un motore di cambiamento e progresso sociale. Si tratta, in definitiva, di una proposta per una democrazia più autentica, inclusiva e reattiva alle esigenze dei cittadini.