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martedì 4 Novembre 2025

Riforma Giudiziaria: Separazione Carriere, un Punto di Svolta.

La recente approvazione parlamentare del disegno di legge che introduce la separazione delle carriere giudiziarie rappresenta un punto di svolta nel dibattito costituzionale italiano, segnando la conclusione di un iter legislativo complesso e potenzialmente dirompente.
Il via libera, ottenuto con la doppia deliberazione conforme tra Camera e Senato, sancisce l’avvio di una riforma che ambisce a ridisegnare l’architettura del sistema giudiziario, distinguendo nettamente tra la carriera di magistrato requirente – impegnata nelle indagini e nell’esercizio dell’azione penale – e quella dei giudici togati, dedicati all’amministrazione della giustizia in sede civile e penale.
Questa separazione, lungi dall’essere una mera riorganizzazione burocratica, solleva interrogativi profondi sul principio di indipendenza della magistratura e sulla sua capacità di garantire un giusto processo.
Storicamente, l’unitarietà delle carriere ha rappresentato un baluardo contro le pressioni esterne, assicurando una visione d’insieme e una reciproca comprensione tra le diverse funzioni giudiziarie.

La frammentazione, invece, rischia di generare una specializzazione eccessiva e una potenziale perdita di integrità del sistema, alimentando timori di conflitti di interesse e di una diversa interpretazione della legge a seconda del percorso professionale.
La riforma, sostenuta da chi vi vede un modo per migliorare l’efficienza della giustizia, ridurre i tempi dei processi e rafforzare la specializzazione professionale, si scontra con resistenze significative.

Le critiche ruotano attorno alla potenziale erosione del principio di parità delle armi tra accusa e difesa, derivante da una diversa formazione e cultura professionale tra i due percorsi di carriera.

Inoltre, emerge la preoccupazione che la separazione possa frammentare il corpo giudiziario, ostacolando la collaborazione e la condivisione di esperienze cruciali per il corretto funzionamento della giustizia.

L’approvazione parlamentare, tuttavia, non conclude il percorso.
Come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, è ora contemplata una fase cruciale: la raccolta di un milione e cento mila firme per richiedere un referendum confermativo.
Questa iniziativa, che si prospetta per la primavera del 2026, offrirà ai cittadini l’opportunità di esprimere il proprio parere su una riforma che incide profondamente sul tessuto costituzionale del Paese.
Il referendum, lungi dall’essere una mera formalità, si preannuncia come un momento di confronto democratico fondamentale.
Esso offrirà ai cittadini la possibilità di valutare non solo le potenziali conseguenze pratiche della separazione delle carriere, ma anche i principi fondamentali che sottendono il sistema giudiziario italiano: indipendenza, imparzialità, giusto processo e garanzia dell’eguaglianza di fronte alla legge.

Il dibattito pubblico che ne deriverà sarà cruciale per definire il futuro della giustizia in Italia e per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

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