La Basilicata affronta una sfida cruciale e complessa: la gestione della popolazione di cinghiali, stimata in 88.600 esemplari, un numero che incide significativamente sull’agricoltura, la sicurezza stradale e l’equilibrio degli ecosistemi regionali. Lungi dall’adottare soluzioni meramente emergenziali, la Regione sta implementando un approccio innovativo e strutturale, delineando un “Modello Basilicata” che ambisce a diventare un esempio virtuoso per l’intero Paese.L’obiettivo primario è una riduzione controllata della popolazione di ungulati, fissata in un calo annuale del 30%, con l’ambizione di raggiungere una consistenza di 15.200 capi entro un triennio. Questo piano di mitigazione, avviato il 9 aprile, non si limita all’abbattimento, ma integra la valorizzazione della risorsa attraverso la sua immissione nella filiera agroalimentare locale. L’impegno è quello di trasformare un problema in un’opportunità economica, creando un prodotto distintivo marchiato “Io compro lucano”, un simbolo di qualità e radicamento territoriale.I primi risultati, nonostante le complessità burocratiche – 45 giorni impiegati per completare le necessarie autorizzazioni – sono incoraggianti: 700 capi sono stati finora conferiti alla filiera, a testimonianza dell’efficacia del piano e della capacità di adattamento delle strutture regionali. Un risultato particolarmente significativo se si considera che l’intervento è stato realizzato esclusivamente da selecontrollori e bioregolatori, in attesa dell’avvio della stagione venatoria di ottobre.Il “Modello Basilicata” rappresenta una svolta nel paradigma della gestione della fauna selvatica. Non si tratta di una mera azione di controllo numerico, ma di una strategia integrata che considera l’impatto economico, ambientale e sociale della presenza di questi animali. L’immissione dei prodotti derivati nella filiera agroalimentare locale non solo genera nuove opportunità di reddito per gli operatori del settore, ma rafforza anche l’identità e la reputazione del territorio lucano, promuovendo un sistema di produzione sostenibile e tracciabile.L’attenzione suscitata da questo modello a livello nazionale testimonia la sua validità e il potenziale di applicazione in altri contesti regionali. La sfida futura sarà quella di consolidare i risultati ottenuti, ottimizzando le procedure, ampliando la filiera di trasformazione e sensibilizzando i consumatori sull’importanza di sostenere i prodotti locali. La Basilicata si pone così all’avanguardia in un approccio innovativo alla gestione della fauna selvatica, coniugando tutela ambientale, sviluppo economico e valorizzazione del territorio.
Cinghiali in Basilicata: un modello virtuoso per il territorio.
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