La Basilicata interviene, attraverso l’affluenza al voto referendario, per innalzare il dibattito sulle condizioni di lavoro e i diritti fondamentali. La Cgil regionale, con il suo segretario Fernando Mega, sottolinea come l’esito del voto, significativamente superiore alle aspettative iniziali, rappresenti un segnale di profonda inquietudine sociale e una richiesta urgente di cambiamento. Non si tratta, come alcuni potrebbero erroneamente interpretare, di una manovra volta a ottenere un risultato minimo per delegittimare il processo democratico, bensì di una strategia volta a riaccendere l’attenzione del governo nazionale su questioni cruciali che affliggono il tessuto socio-economico lucano e, più in generale, italiano.Il voto, con una partecipazione che supera il 31% degli aventi diritto – un dato che incrocia la voce di oltre 134.000 persone – non è semplicemente un numero, ma un’espressione tangibile del malessere diffuso che pervade la regione. Si tratta di un disagio che si manifesta nella fuga di talenti, soprattutto giovani, che abbandonano la Basilicata alla ricerca di opportunità di lavoro dignitose e di un futuro più solido. Questo fenomeno, alimentato da un mercato del lavoro caratterizzato da precariato dilagante, licenziamenti ingiustificati, una spirale di subappalti che erode i diritti dei lavoratori e una legislazione che spesso non tutela adeguatamente le fasce più vulnerabili, rappresenta una perdita inestimabile per la regione.La Cgil, profondamente consapevole di questa situazione, intende trasformare questo segnale di protesta in un’occasione concreta per aprire un tavolo di confronto con le istituzioni regionali, guidato dal Presidente Vito Bardi. L’obiettivo è quello di definire politiche del lavoro innovative e sostenibili, che vadano oltre le misure assistenziali e che promuovano l’occupazione stabile e qualificata. Un approccio che riconosca il lavoro non solo come fonte di reddito, ma anche come elemento fondamentale per la costruzione di una società più equa, inclusiva e coesa.La battaglia della Cgil non si limita alla contrattazione collettiva, ma si estende alla mobilitazione sociale, alla difesa dei diritti fondamentali e alla promozione della cittadinanza, intesa come piena partecipazione alla vita politica, economica e sociale del Paese. La questione della cittadinanza, in particolare, è strettamente legata al diritto al lavoro e alla possibilità di costruire un futuro dignitoso e integrato. L’azione sindacale si propone, dunque, di essere un motore di cambiamento, capace di ascoltare le istanze dei lavoratori, di denunciare le ingiustizie e di promuovere soluzioni concrete per migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini lucani. Si auspica che l’eco di questo voto possa stimolare un profondo ripensamento delle politiche del lavoro a livello nazionale, ponendo al centro il rispetto dei diritti dei lavoratori e la costruzione di un futuro più giusto e sostenibile per l’Italia.
Basilicata vota: un grido di malessere e richieste di cambiamento.
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