Il duello per la guida di Matera si configura, come anticipato dagli analisti, come una sfida a due tra Roberto Cifarelli, sostenuto da un ampio fronte di centrosinistra, e Antonio Nicoletti, espressione di una coalizione di centrodestra. Il voto del 8 e 9 giugno determinerà l’esito di questo confronto, che vede Cifarelli attestarsi attorno al 42% e Nicoletti intorno al 38% dei consensi espressi nel primo turno.Tuttavia, la dinamica del ballottaggio non può essere ridotta a una semplice dicotomia. La presenza, seppur marginale nel voto di prima istanza, di Domenico Bennardi (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Santochirico (Progetto Comune) introduce elementi di complessità cruciali. I rispettivi risultati – Bennardi con un 8% e Santochirico con un 7,3% – riflettono un elettorato frammentato, in cerca di alternative ai candidati principali e sensibile a temi specifici.La dichiarazione di non volontà degli esponenti del Movimento 5 Stelle di ricorrere a un appoggio formale al candidato del centrosinistra, pur sottolineando una potenziale convergenza ideologica, segnala una frattura più profonda. Questa scelta strategica, oltre a indicare una volontà di mantenere una propria autonomia politica, potrebbe comportare un trasferimento di voti in maniera imprevedibile, influenzando in modo determinante l’esito finale. Alcuni elettori del M5S potrebbero convergere verso Cifarelli, attratti da una visione progressista, mentre altri potrebbero astenersi o, in misura minore, orientarsi verso Nicoletti, in reazione a posizioni ritenute troppo distanti dalle proprie.Analogamente, il ruolo di Vincenzo Santochirico e di Progetto Comune, con la sua piattaforma incentrata su temi come la transizione ecologica e la partecipazione civica, rimane un fattore variabile. La sua base elettorale, pur numericamente limitata, potrebbe essere attratta da un candidato capace di incarnare questi valori, creando una divergenza inaspettata nel voto complessivo.Il ballottaggio materano, quindi, non è semplicemente una contesa tra due schieramenti. È un test di resilienza per le coalizioni, un barometro delle sensibilità politiche locali e un indicatore delle tensioni che attraversano il panorama politico italiano. L’astensione, il voto di protesta e le scelte strategiche dei candidati non direttamente coinvolti nel ballottaggio si riveleranno determinanti per decifrare il futuro della città dei Sassi. La capacità dei due contendenti di intercettare queste voci, di interpretare i loro bisogni e di offrire risposte concrete ai loro interrogativi sarà la chiave per conquistare il cuore di Matera.
Matera, ballottaggio aperto: chi prenderà i voti degli esclusi?
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