26 gennaio 2025 – 09:45
L’apertura dell’anno giudiziario a Torino è stata caratterizzata da una vibrante protesta dei magistrati contro la proposta di riforma costituzionale riguardante la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici. Un gruppo di circa cinquanta magistrati si è radunato davanti al maestoso Palazzo di Giustizia, indossando con fierezza coccarde tricolori e brandendo copie della Suprema Carta Costituzionale. Il momento culminante della manifestazione si è verificato nel momento in cui la rappresentante del Ministero della Giustizia, Maria Isabella Gandini, ha preso la parola: un centinaio di magistrati ha abbandonato l’aula come segno tangibile del loro dissenso. Tra i presenti spiccavano figure di spicco come il procuratore capo Giovanni Bombardieri e l’ex procuratore Giancarlo Caselli.Il presidente della Corte d’Appello di Torino, il distinto Edoardo Barelli Innocenti, ha strenuamente difeso l’autonomia della magistratura sottolineando che “la magistratura, secondo i dettami della nostra Costituzione, rappresenta un ordine autonomo e indipendente da qualsiasi altro potere dello Stato. Non si configura come un contro-potere né come avversario di qualcuno, bensì come un baluardo a tutela dei diritti fondamentali di tutti gli individui.” Tale posizione ha suscitato contrasti accesi con i penalisti presenti all’evento. Il presidente della camera penale Roberto Capra ha criticato aspramente l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), accusandola di trasformare il confronto in uno scontro ideologico e intraprendere una battaglia per mantenere saldi i propri ambiti di influenza.Durante la cerimonia inaugurale sono emersi gravi problemi strutturali nell’apparato giudiziario torinese, in particolare riguardanti la precaria situazione del tribunale di Ivrea. Quest’ultimo opera con solamente 34 dipendenti anziché i 62 previsti e conta soltanto 17 magistrati su 23 posti disponibili. Nonostante ciò, il tribunale continua le sue attività grazie al senso del dovere e allo spirito di sacrificio del personale impiegato.La Procuratrice Generale Lucia Musti ha espresso serie preoccupazioni riguardanti l’ordine pubblico nella città di Torino, definendola come “capitale dei centri sociali e degli anarcoinsurrezionalisti”, facendo riferimento al movimento antagonista Askatasuna.Questo significativo evento ha messo in evidenza una profonda frattura tra la magistratura e la politica sul tema della riforma della giustizia, evidenziando le tensioni esistenti tra i diversi poteri dello Stato e sottolineando l’imperativo urgente di trovare punti d’incontro per garantire un sistema giudiziario efficiente ed equo per tutti i cittadini.