Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso una sentenza di significativa rilevanza, annullando i Decreti di Misure di Sicurezza – Daspo fuori contesto – imposti a diversi esponenti di CasaPound Italia, tra cui Gianluca Iannone e Luca Marsella. I provvedimenti erano stati originariamente applicati in seguito a comportamenti durante una commemorazione dedicata ad Acca Larenzia, e la decisione del TAR rappresenta una vittoria giuridica e, per il movimento, anche una rivendicazione di diritti fondamentali.La sentenza non si limita a dichiarare l’illegittimità formale dei Daspo, ma ne evidenzia le profonde criticità interpretative e applicative. La motivazione, resa pubblica da CasaPound Italia, sottolinea come l’applicazione di misure di sicurezza di tale tipo appaia infondata nel contesto specifico delle attività commemorative contestate. Il Tribunale ha implicitamente riconosciuto come il saluti romani, in tali circostanze, non possano essere equiparati a condotte che giustifichino l’applicazione di misure restrittive della libertà personale.Questa decisione solleva questioni cruciali riguardo ai limiti dell’interpretazione della legge e al rischio di una deriva inquisitoria che, attraverso la criminalizzazione mediatica e giudiziaria, finisce per limitare la libertà di espressione e di commemorazione. La ricorrente CasaPound Italia sostiene che la celebrazione della memoria di Acca Larenzia, figura tragica legata a un periodo storico complesso e doloroso, costituisca un diritto inviolabile, un momento di riflessione e raccoglimento che non dovrebbe essere oggetto di strumentalizzazioni o divieti.La sentenza del TAR pone l’accento sulla necessità di distinguere tra espressioni simboliche, anche se connotate ideologicamente, e comportamenti che configurino effettivamente una minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza. La tendenza a interpretare ogni manifestazione identitaria o commemorativa come potenziale elemento di destabilizzazione sociale rischia di generare un clima di sospetto e di repressione che compromette i principi fondamentali dello stato di diritto.L’annullamento dei Daspo non costituisce una giustificazione per comportamenti illegali, ma piuttosto un monito a procedere con maggiore cautela e rispetto dei diritti civili, evitando interpretazioni estensive e punitive di norme che dovrebbero garantire la libertà di pensiero e di espressione, pilastri fondamentali di una democrazia plurale e inclusiva. La vicenda solleva interrogativi profondi sull’equilibrio tra sicurezza, ordine pubblico e salvaguardia delle libertà costituzionali, richiedendo un dibattito pubblico sereno e costruttivo.
TAR Lazio: Annullati i Daspo a esponenti CasaPound
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