Il maestoso complesso della Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino si appresta a rinascere sotto un intervento di restauro monumentale, un’iniziativa che fonde la tutela del patrimonio culturale con un modello di finanziamento innovativo. La Giunta comunale, consapevole dell’importanza di preservare questo significativo emblema della città, ha approvato un progetto di recupero che mira a restituire alla comunità un bene di inestimabile valore storico, artistico e identitario.L’intervento, con un budget stimato in poco superiore a un milione di euro, si articola in un piano di restauro integrale delle facciate, con un’attenzione particolare agli elementi lapidei, alle decorazioni in stucco e agli intonaci. La superficie complessiva oggetto di intervento si estende per oltre 1.500 metri quadrati, comprendendo non solo le pareti esterne, ma anche la pavimentazione antistante, la bussola in legno, i sistemi di drenaggio e la copertura del protiro, elementi architettonici che contribuiscono a definire la ricchezza estetica del complesso.Un elemento distintivo di questo progetto è la partnership pubblico-privato che lo sostiene. La società One, attraverso la sponsorizzazione, assume il ruolo di finanziatore principale, acquisendo i diritti per l’inserimento di messaggi pubblicitari sulle impalcature che verranno installate durante i lavori. Questa soluzione, lungi dall’essere un compromesso, si configura come un’opportunità per alleggerire l’onere finanziario che grava sull’ente pubblico, garantendo al contempo la realizzazione di un intervento di tale portata. La collaborazione, comunque, è stata attentamente negoziata, con la Soprintendenza che ha contribuito a definire rigide limitazioni sull’area destinata alla pubblicità, al fine di preservare l’integrità del monumento e l’immagine della città.La vicesindaca Michela Favaro sottolinea come questa iniziativa rappresenti un esempio virtuoso di gestione del patrimonio culturale, sempre più diffuso in Italia. L’assessore Francesco Tresso aggiunge che il restauro non si limita alla mera conservazione, ma mira a migliorare la sicurezza, l’accessibilità e a valorizzare il territorio urbano, rendendo la Chiesa della Gran Madre ancora più attrattiva per i turisti e per i cittadini.Un elemento cruciale del progetto è la rigorosa politica di selezione delle pubblicità ammesse. Sono escluse, con fermezza, manifestazioni che possano generare conflitti di interesse, che ledano l’immagine del Comune o che promuovano contenuti inaccettabili per la collettività. In particolare, sono vietate pubblicità di tabacco, alcolici, materiale a sfondo sessuale e messaggi che incitino all’odio, alla discriminazione o che promuovano propaganda politica o religiosa. Questo approccio garantisce che la sponsorizzazione non comprometta i valori e l’identità della città, ma contribuisca a valorizzare un monumento simbolo, restituendolo al suo antico splendore. L’obiettivo è coniugare la necessità di finanziamento con l’imperativo di preservare l’integrità culturale e morale della comunità torinese.
Restauro innovativo: la Gran Madre di Dio rinasce a Torino
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